Colosimo: la lotta alla mafia si fa tagliando la cassa ai boss, il concorso esterno non sarà toccato
La lotta alla mafia? Si fa tagliando la cassa ai boss, dice la presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo a margine del convegno ‘Neghiamole il consenso’ a Palermo. E sul concorso esterno la parlamentare di Fratelli d’Italia è netta: “Il concorso esterno per reati di mafia è intoccabile. E deve restare”.
“Il concorso esterno per reati di mafia è intoccabile ed è un perno fondamentale della lotta a Cosa nostra, oltre al fatto che rende la nostra legislazione antimafia un vanto in tutto il mondo, legislazione di cui io sono orgogliosa – aveva detto Chiara Colosimo a LiveSicilia in mattinata, proprio nel giorno in cui l’Italia ricorda Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta morti nella strage di via D’Amelio del 19 luglio 1992. – Questo credo che sia stato chiarito dalle parole inequivocabili del presidente Meloni quando ha affermato che ci sono altre priorità. Fatto per altro confermato dal ministro Nordio”.
In definitiva “il reato di concorso esterno in associazione mafiosa deve assolutamente restare”.
Sulla strage di via D’Amelio ci sono ancora molto punti oscuri: “Il compito della Commissione è quello di mettere a disposizione degli inquirenti e delle forze di polizia, tutte le iniziative possibili per fare piena luce sugli avvenimenti che hanno devastato e terrorizzato la nostra terra – osserva Colosimo. – Non faremo mancare il nostro supporto a tutte le azioni utili per ristabilire quella verità, storica, che da troppo tempo stiamo inseguendo”.
“E’ fondamentale la presenza dell’avvocato Fabio Trizzino”, il legale della famiglia Borsellino e marito di Lucia Borsellino, sottolinea Chiara Colosimo: “E ho come ho già avuto modo di dire, Trizzino deve considerare San Macuto non solo la sede istituzionale dove trattare questi argomenti ma lo deve diventare per tutti parenti delle vittime e le vittime delle stragi”.
La presidente della Commissione parlamentare Antimafia è fermamente convinta che “nella lotta alla mafia si deve partire dalle più giovani generazioni, bisogna dare segnali chiari e netti raccontando gli eroi positivi e si fa anche – ragiona Chiara Colosimo – soprattutto con gli straordinari risultati delle nostre forze in prima linea. E si fa tagliando la cassa alla mafia e nello specifico a Cosa nostra”.
Dopodiché, però, annota la parlamentare di Fratelli d’Italia, va anche detto che le intercettazioni sui giornali non c’entrano con lotta a boss: “condivido ciò che ha detto in audizione il Procuratore di Palermo Maurizio de Lucia. E aggiungo che ciò che ha fatto fin qui il governo Meloni racconta che la priorità è la lotta alla criminalità organizzata. Lo ha ricordato lo stesso Presidente in visita qui oggi”.
“Il primo decreto del governo fu quello per il carcere ostativo – dice. – Andiamo in quella direzione, quello che spesso è stato frainteso è che non permettere che intercettazioni inutili finiscano sui giornali non c’entra nulla con la lotta alla criminalità organizzata”.
“Non voglio entrare in alcuna polemica, ma non ci si può dividere sull’antimafia – conclude Chiara Colosimo. – Credo che lo Stato debba dimostrare compattezza ed è quello che noi faremo”.