Caso Santanchè, Conte tira in ballo Almirante. La figlia del leader: “Mio padre era un garantista”

27 Lug 2023 20:58 - di Redazione
Almirante

“Almirante cosa avrebbe detto sul caso Santanchè?”. Con questa domanda retorica il leader pentastellato Giuseppe Conte ha attaccato ancora il ministro del turismo tirando in ballo addirittura il defunto segretario nazionale del Msi. A stretto giro di posta è arrivata la risposta della figlia del grande uomo politico missino, Giuliana De Medici. “Posso certamente affermare che mio padre non avrebbe mai ‘scaricato’ una persona a priori in assenza di una condanna, di prove precise. Avrebbe aspettato la sentenza. Davanti a una sentenza di condanna, lui stesso sarebbe stato intransigente. Mio padre diceva: uno dei nostri che sbaglia deve essere condannato due volte, perché rappresentiamo l’Italia pulita”. Come dovrebbe comportarsi la premier Meloni con la ministra Santanchè in caso di rinvio a giudizio? “Vediamo come si evolvono le cose, è una questione molto delicata“, ammette De’ Medici. “Non sono io il primo ministro e non spetta a me prendere certe decisioni. C’è da dire che questo governo è stato preso di mira non solo per il ministro Santanchè ma per tante altre vicende: stanno andando a cercare il pelo nell’uovo come fecero con Berlusconi. Io – racconta – ho conosciuto il ministro Santanchè: è un’imprenditrice che ha creato tanti posti di lavoro, una donna che si è fatta da sola”.

Almirante va bene a giorni alterni per le opposizioni

La figura di Giorgio Almirante è tirata quotidianamente in ballo dalle opposizioni e dal mondo collaterale alla sinistra strumentalmente. Un giorno, per Luca Bottura e altri ” è il fucilatore di Salò che ha sulla coscienza più morti di Tito(!)”, un altro viene ricordato, come accaduto oggi con l’ex presidente del Consiglio dei cinquestelle, per la sua onestà e la sua intransigenza. In realtà Giorgio Almirante, che era certamente intransigente sul piano etico e morale, non era un giacobino: rispettava la magistratura ma anche e soprattutto la presunzione di innocenza e, a differenza di Conte, non condannava nessuno a priori, come ha giustamente ricordato oggi la figlia.

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