Amianto, 700mila euro di risarcimento alla famiglia di un operaio morto di mesotelioma

20 Lug 2023 20:51 - di Redazione

È morto per le conseguenze di un mesotelioma a causa dell’esposizione all’amianto e, dunque, il Tribunale di Genova ha condannato il ministero della Difesa al risarcimento di oltre 700mila euro ai familiari di quell’ex-dipendente civile dell’arsenale della Marina Militare di La Spezia deceduto.

Riconosciuta la misura anche a favore di un nipote. I giudici hanno, infatti, aggiunto la sfera degli affetti dopo che il Tribunale di La Spezia aveva già condannato, nel giugno 2022, il ministero della Difesa sulla base dello Iure hereditatis, il risarcimento del danno subito da una vittima spettante ai congiunti.

L’operaio, deceduto per effetto di un mesotelioma dovuto all’esposizione ad amianto, aveva svolto varie mansioni, in ambienti contaminati, senza che gli venisse fornito alcun dispositivo di protezione, né informazioni sul rischio che correva: dal 1958 fino al pensionamento, nel 1994.

Nel 2016, dopo aver patito gravi problemi di salute, gli era stato diagnosticato il tumore che lo avrebbe poco dopo portato al decesso poco dopo.

Tra gli elementi determinanti l’ammontare del risarcimento, per la parte della vedova l’essere sposata da ben 62 anni, testimonianza dell’impatto profondo sulla sua quotidianità, derivante dalla perdita del marito.

I figli, invece, avevano accudito il padre all’insorgere della malattia ed erano stati costretti a cambiare radicalmente stile di vita.

Il fatto poi che i nonni avessero seguito costantemente un nipote, ha convinto il giudice a coinvolgere nel risarcimento anche quest’ultimo.

Nonostante il Renam (Registro Nazionale dei mesoteliomi) e il Cor (Centro Operativo Regionale) della Regione Liguria avessero definito “certa” l’esposizione professionale all’amianto e l’Inail di La Spezia avesse appurato il nesso causale tra le mansioni svolte e la malattia, assegnando alla vedova una rendita, il ministero della Difesa ha ritenuto di non dover concedere ai familiari il risarcimento dei danni non patrimoniali.

“Il giudice – commenta l’avvocato Elisa Ferrarello – ha dato atto della prova da noi fornita, tramite i testi di La Spezia, della presenza di amianto e delle omissioni colpose da parte del datore di lavoro; delle certificazioni di riconoscimento di malattia legata all’amianto da parte del Cor della Asl di competenza ed ha accolto la nostra domanda. Vedremo se adesso il ministero della Difesa appellerà la sentenza o se questa passerà in giudicato”.

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