Truffa con l’App18, coinvolti 2.500 giovani: computer, smartphone e tablet con il bonus cultura

1 Giu 2023 11:22 - di Redazione

Con la complicità di un’imprenditrice a cui le Fiamme Gialle hanno ora sequestrato centinaia di migliaia di euro, circa 2.500 giovani, utilizzando l’App18, hanno truffato lo Stato acquistando computer, smartphone e tablet invece di biglietti per cinema, teatri, concerti, eventi culturali, musei, monumenti e parchi archeologici, nonchè musica, libri e prodotti dell’editoria audiovisiva.

La vicenda, avvenuta nello Jesino, in provincia di Ancona, ha portato dapprima alla condanna di un’imprenditrice della Vallesina per indebita percezione di erogazioni pubbliche e, poi, alla confisca, da parte del Comando Provinciale della guardia di Finanza di Ancona, di depositi bancari, immobili e contanti alla donna.

La confisca è l’atto conclusivo dell’Operazione “18App”, portata a termine dai finanzieri della Compagnia di Jesi, nel corso della quale è stato smascherato l’artificioso sistema di frode con cui l’esercizio commerciale coinvolto aveva ottenuto ingenti rimborsi relativi ai ‘’bonus cultura’’ spesi da migliaia di diciottenni.

Circa 2.500 giovani con la complicità dell’imprenditrice avevano nel tempo acquistato prodotti elettronici come computer, smartphone e tablet, non rientranti nelle categorie previste dalle condizioni di utilizzo del bonus cultura che prevedeva, invece, il solo acquisto, ad esempio, di biglietti per cinema, teatri, concerti, eventi culturali, musei, monumenti e parchi archeologici, nonchè musica, libri e prodotti dell’editoria audiovisiva.

L’attività di polizia giudiziaria svolta ha anche portato alla contestazione di sanzioni amministrative per oltre 2 milioni e 700mila euro sia nei confronti dei giovani coinvolti che dell’imprenditrice, la quale era stata segnalata alla Procura di Ancona unitamente all’altro socio per il reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche.

A seguito della sentenza di condanna, l’autorità giudiziaria dorica ha emesso un provvedimento di confisca eseguito dalle Fiamme Gialle jesine. Che, attraverso complesse ricostruzioni patrimoniali, hanno assicurato all’erario depositi bancari, immobili e contanti per un importo di circa 530.000 euro, 140.000 dei quali ritrovati all’interno di una cassetta di sicurezza – intestata ad una terza persona, estranea ai fatti – ma nella disponibilità degli imprenditori.

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