Per il Papa un’altra notte tranquilla. Bruni: “Si è seduto e ha ricominciato a lavorare”
Anche la seconda notte al Gemelli “è trascorsa bene” e oggi il Papa, operato mercoledì all’intestino, ha iniziato a “mobilizzarsi”, passando gran parte della mattina in poltrona. È stato il direttore della Sala Stampa Vaticana, Matteo Bruni, a informare sul decorso post operatorio del Pontefice, che da subito è risultato “regolare”.
Bruni: “Il Papa migliora: si è seduto, ha fatto colazione, ha ricominciato a lavorare”
“Papa Francesco ha riposato durante la notte. L’equipe medica informa che il quadro clinico è in progressivo miglioramento e il decorso post operatorio è regolare”, ha fatto sapere Bruni, riferendo che “dopo aver fatto colazione Sua Santità ha iniziato a mobilizzarsi trascorrendo gran parte della mattina in poltrona. Ciò gli ha consentito la lettura dei quotidiani e la ripresa iniziale del lavoro”. Dunque, il quadro clinico è “in progressivo miglioramento” e oggi il Papa, che è assistito da due infermieri, ha anche provveduto a nominare un vescovo in Ecuador: il vescovo titolare di Tizica ed Ausiliare dell’Arcidiocesi di Cuenca, don Fernando Ortega Ortega.
I messaggi di vicinanza e la telefonata alla famiglia del piccolo Miguel Angel
Il Pontefice, inoltre, ha voluto chiamare la famiglia del piccolo Miguel Angel il bambino che ha battezzato lo scorso 31 marzo durante la visita nei reparti di oncologia pediatrica e neurochirurgia infantile nel corso del suo precedente ricovero al Gemelli. La famiglia ha inviato al Pontefice un poster disegnato con gli auguri di pronta guarigione. “Il Santo Padre ha voluto personalmente ringraziare la mamma con una breve telefonata”, ha riferito Bruni, parlando dei numerosi messaggi di vicinanza ricevuti da Bergoglio.
Nessuna udienza fino al 18, ma per domenica ipotesi messaggio o saluto dal Gemelli
Come ha fatto sapere la Prefettura della Casa Pontificia, le udienze del Papa saranno sospese fino al 18 giugno, mentre è ancora prematuro sapere se domenica Bergoglio potrà guidare l’Angelus dal Gemelli come già fece nel luglio di due anni fa, dal decimo piano, affacciandosi al balcone, in quel caso con i bambini del reparto oncologico. O se magari ci sarà un messaggio registrato, come accadde con Giovanni Paolo II nel maggio 1981, quattro giorni dopo l’attentato in piazza San Pietro. Wojtyla non si affacciò, ma tutti poterono sentire la sua voce diffusa in piazza San Pietro, ringraziare per le preghiere, dedicare un pensiero alle donne ferite con lui e perdonare “sinceramente il fratello che mi ha colpito”.