Indagati e perquisiti D’Alema e Profumo per la vendita di navi, aerei e sottomarini alla Colombia

6 Giu 2023 14:32 - di Silvio Leoni
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Con un decreto di perquisizione firmato dalla Procura di Napoli la Digos del capoluogo campano si è presentata nelle abitazioni e negli uffici dell’ex-presidente del Consiglio, Massimo D’Alema e dell’ex-amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo nell’ambito delle indagini sulla vicenda della presunta intermediazione per la vendita alla Colombia di navi, sommergibili e aerei militari prodotti da Fincantieri e da Leonardo.
Le perquisizioni hanno riguardato anche Giuseppe Giordo, già responsabile della Divisione Navi militari di Fincantieri.

La Procura partenopea ipotizza che l’ex-premier Massimo D’Alema si sarebbe adoperato per mettere in contatto due broker pugliesi, il 44enne Emanuele Caruso e il 39enne Francesco Amato (già precedentemente iscritti nel registro degli indagati) con Leonardo e Fincantieri.

Il valore economico delle forniture di aerei, sommergibili e navi alla Colombia sulle quali si sono concentrate le indagini della Procura di Napoli che vedono coinvolti, tra gli altri, l’ex-premier Massimo D’Alema e l’ex-ad di Leonardo Alessandro Profumo ammonta a oltre 4 miliardi di euro.

Gli indagati, è scritto nel decreto di perquisizione personale e locale e di perquisizione informatica eseguito oggi dalla Digos, si sarebbero “a vario titolo adoperati quali promotori dell’iniziativa economica commerciale di vendita al governo della Colombia di prodotti delle aziende italiane a partecipazione pubblica Leonardo (in particolare aerei M 346) e Fincantieri (in particolare Corvette, piccoli sommergibili e allestimento cantieri navali), al fine di favorire ed ottenere da parte delle Autorità colombiane, la conclusione degli accordi formali e definitivi aventi ad oggetto le descritte forniture ed il cui complessivo valore economico ammontava a oltre quattro miliardi di euro“.

D’Alema, come peraltro fa anche Renzi – e non sono gli unici ex-presidenti del Consiglio che si muovono in tal senso – ha cercato di mettere a frutto le sue relazioni e, da questo punto di vista, è stato inserito, ha spiegato in un’intervista a Repubblica, in Ernst&Young, come “presidente dell’advisory board“: “Svolgo un’attività di consulenza regolare: ho una mia società e inoltre lavoro con Ernst&Young, di cui sono presidente dell’advisory board. Il mio lavoro è quello di consulenza strategica, relazioni, ma non sono uno che va a fare mediazione di vendita. Con la mia professione cerco di sostenere anche le imprese italiane all’estero”.

D’Alema spiegò al quotidiano di essersi “occupato di Colombia, ma su altri temi: energia, portualità e sempre per conto di alcune delle società private”. Dopodiché, sostiene, venne contattato “da personalità politiche colombiane, con incarichi istituzionali” che gli rappresentavano l’intenzione della Colombia di ammodernare il proprio dispositivo militare ricorrendo a prodotti italiani. con un investimento che venne stimato in “5 miliardi” di euro.

In tutto sono 8 le persone indagate dalla Procura di Napoli per la presunta intermediazione per la vendita alla Colombia di navi, sommergibili e aerei militari prodotti da Fincantieri e Leonardo.

Oltre all’ex-presidente del Consiglio, Massimo D’Alema e all’ex-amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, sono indagati i due broker pugliesi, Francesco Amato, 39 anni, ed Emanuele Caruso, 44 anni, l’ex-responsabile della Divisione Navi militari di Fincantieri, Giuseppe Giordo, 58 anni, il commercialista, Gherardo Gardo, 52 anni, Giancarlo Mazzotta, 53 anni, e Umberto Claudio Bonavita, 50 anni.

Francesco Amato ed Emanuele Caruso, sostiene la Procura partenopea nel decreto di perquisizione a cui ha dato esecuzione oggi la Digos, “operavano quali consulenti per la cooperazione internazionale del Ministero degli Esteri della Colombia” e, “tramite Giancarlo Mazzotta, riuscivano ad avere contatti con Massimo D’Alema, il quale per il curriculum di incarichi anche di rilievo internazionale rivestiti nel tempo (ex-presidente del Consiglio ed ex-ministro degli Esteri), si poneva quale mediatore informale nei rapporti con i vertici delle società italiane, ossia Alessandro Profumo quale amministratore delegato di Leonardo e Giuseppe Giordo quale direttore generale della Divisione Navi Militari di Fincantieri“.

L’operazione, scrivono i magistrati partenopei nel decreto di perquisizione, “era volta a favorire ed ottenere da parte delle autorità colombiane la conclusione degli accordi formali e definitivi aventi ad oggetto le forniture e il cui complessivo valore economico ammontava a oltre 4 miliardi di euro“.

Per ottenere ciò, secondo i pm napoletani, Amato e Caruso “offrivano e comunque promettevano ad altre persone, che svolgevano funzioni e attività corrispondenti a quelle dei pubblici ufficiali e degli incaricati di pubblico servizio presso le autorità politiche, amministrative e militari della Colombia, il corrispettivo illecito della somma di 40 milioni di euro, corrispondenti al 50% della complessiva provvigione di 80 milioni di euro prevista quale ‘success fee‘, determinata nella misura del 2% del complessivo valore di 4 miliardi di euro delle due commesse in gioco e da corrispondersi in modo occulto“.

La somma complessiva di 80 milioni di euro “era in concreto da ripartirsi tra la ‘parte colombiana’ e la ‘parte italiana’ attraverso il ricorso allo studio legale associato americano Robert Allen Law, con sede in Miami (segnalato ed introdotto dal D’Alema quale agent e formale intermediario commerciale presso Fincantieri e Leonardo) rappresentato in Italia e per la specifica trattativa da Umberto Bonavita e Gherardo Gardo“.

Lo studio legale si sarebbe adoperato “per la predisposizione e la sottoscrizione della contrattualistica simulatoria e formalmente giustificativa della transazione finanziaria e dei veicoli societari, bancari e finanziari in concreto predisposti per il transito, la ripartizione e la finale distribuzione della somma, a cui non faceva infine seguito la formalizzazione dei contratti per l’intervenuta interruzione delle trattative a causa della mancata intesa sulla ulteriore distribuzione della predetta somma tra le singole persone fisiche costituenti la ‘parte italiana‘ e la ‘parte colombiana‘”.

 

Commenti

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  • Massimo 7 Giugno 2023

    Avanti o popolo alla RISCOSSO!!!

  • Il Conte di Ramè 6 Giugno 2023

    Poi il “leader Maximo” dettava moralità al mondo e agli Italiani…