Tentato stupro a Milano, l’eroico 94enne che ha salvato la vicina: era insanguinata e ripeteva “è ancora in casa”

12 Mag 2023 13:29 - di Lorenza Mariani
tentato stupro Milano

Non c’ha pensato su un minuto troppo Bruno – di cui si omette il cognome per motivi di privacy della vittima che l’uomo ha salvato dalle grinfie del 24enne gambiano che l’ha aggredita – l’aitante 94enne che mercoledì scorso, sentite le urla di una donna che provenivano dall’appartamento accanto al suo, si è precipitato in casa delle vicina per bloccare il giovane extracomunitario.

Milano, chi è il vicino 94enne che ha salvato la vicina dal tentato stupro del gambiano

Uno straniero che, dopo aver pedinato la donna, era riuscito a entrare nel palazzo nella zona ovest di Milano mettendo un piede davanti al portone per evitare che si chiudesse. Che l’aveva seguita fino alla porta d’ingresso della sua abitazione e quindi, una volta introdottosi con la forza nell’appartamento, l’aveva aggredita con calci e pugni. Strappandole poi la camicetta e tentando di violentarla.

Un uomo alla soglia del secolo di vita immune dal virus dell’indifferenza

Una situazione che avrebbe scoraggiato molti, ma non Bruno, che a gennaio prossimo compirà 95 anni e che, con la forza d’animo e la determinazione che ne contraddistinguono passato e agire nel presente, ha scongiurato che si verificasse il peggio. Ebbene di lui oggi il Corriere della sera restituisce un ritratto di persona autosufficiente e immune da quell’indifferenza – spesso incoraggiata dalla paura – che troppo spesso, come ci rimanda la cronaca, punteggia lo scempio ormai quotidiano che si registra nelle nostre città, con Milano maglia nera della sicurezza.

L’intervista-ritratto e il racconto di quei drammatici istanti

E allora: «Guida l’automobile. Fa la spesa da solo. Bruno dimostra almeno 20 anni meno dei 95 che compirà il prossimo 11 gennaio» ci racconta di lui il quotidiano di Via Solferino». E ancora. «Siciliano di Scicli (Ragusa), a Milano dal 1958, ha lavorato come dirigente di un ente privato fino alla pensione. Non gli manca di certo la determinazione, quella che mercoledì mattina lo ha fatto irrompere in casa della vicina per bloccare il giovane extracomunitario che l’aveva aggredita puntandogli contro, fino all’arrivo dei carabinieri, una pistola».

Tentato stupro a Milano: il 94enne punta una scacciacani contro l’aggressore

«Sì. Una scacciacani – spiega con disinvoltura mista a un innegabile candore l’uomo intervistato dal Corsera –. Una pistola innocua – prosegue quindi – che però sembra proprio vera (la mostra, ha il regolare tappo rosso sulla canna, ndr.). È tutta di metallo, pesa un chilo, un chilo e mezzo… Se gliela dò in testa è peggio di una pallottola vera». Del resto, quando lui interviene, la situazione è già al limite dell’epilogo drammatico. «Ho sentito gridare la signora. Sono uscito e l’ho vista seduta per terra sul pianerottolo vicino alla porta. Disperata, con la faccia insanguinata che ripeteva “È ancora dentro, è ancora dentro”…».

Un’arma «innocua» che ha funzionato da deterrente…

Insomma, mentre anche altri inquilini, richiamati dalle urla e dal fracasso, si approcciavano alla vicenda, «ma nessuno aveva il coraggio di fare qualcosa. Di entrare», racconta Bruno. Così lui «è andato a prendere la pistola». Quell’arma che, per quanto innocua – come l’ha definita il 94enne – ha funzionato da deterrente: «Lui non lo sapeva. È un cretino (sorride)», ci ironizza su… E infatti, con coraggio e fermezza, Bruno ricostruendo quei drammatici momenti, racconta di aver puntato l’arma contro l’aggressore che, a quel punto, «si è messo paura. A me sembrava drogato».

Tentato stupro a Milano, il 94enne eroe: «Qualcosa bisognava fare»

A quel punto il più era fatto: l’intruso neutralizzato e bloccato nel pianerottolo condominiale fino all’arrivo, pochi minuti dopo, dei carabinieri. Una risolutezza e una forza d’animo, quelle di Bruno, che hanno risparmiato alla donna ulteriori ferite, fisiche e psicologiche, e che l’uomo probabilmente rimetterebbe in campo anche oggi ripensandoci. Tanto che, nella conclusione dell’intervista afferma convinto: se rifarei quello che ho fatto? «Non lo so. Per me la signora è come una sorella, ci conosciamo da tanti anni, i sui bambini mi chiamano nonno. Qualcosa bisognava fare»…

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