Reddito di cittadinanza, addio. Calderone: «Non ha funzionato, ecco come lo stiamo cambiando»

22 Mag 2023 9:05 - di Giorgio Sigona
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«La risposta è nei numeri. il reddito di cittadinanza non ha avuto nessun effetto sul mercato del lavoro», afferma Marina Elvira Calderone. La ministra, in un’intervista a “Libero” fa il punto della situazione. «Sono stati 25 miliardi spesi per sostenere le condizioni di reddito delle famiglie più povere. Ma i percorsi di attivazione non hanno funzionato». E puntualizza:«La nostra riforma, invece, cambia del tutto il segno culturale di questo approccio. Il sostegno al reddito va dato alle famiglie in condizioni di fragilità che non possono essere in condizione di lavorare. Per gli altri lo strumento non è il sussidio, ma il sostegno all’accompagnamento al lavoro».

Reddito di cittadinanza, Calderone: svolta anche per combattere le truffe

«Il reddito di cittadinanza», rimarca Calderone, «non esisterà più. Chi è in età di lavoro può accedere al supporto per il lavoro e la formazione, un beneficio economico. Il tutto, subordinato al fatto che il percorso formativo o l’attività di pubblica utilità siano state attivate». Questo, perché «si tratta non di un sussidio ma di una indennità di partecipazione». Anche sul fronte delle truffe, la titolare del ministero annuncia la svolta. «Intanto, il nuovo impianto della riforma sottopone l’erogazione del sussidio o dell’indennità all’attivazione del singolo. Che non è una differenza di poco rispetto al passato. Pertanto, ci sarà un sistema di controlli più attento sia nella fase della presentazione della domanda sia durante l’erogazione delle misure, attraverso l’aumento del numero dei controlli da parte dell’Ispettorato nazionale del lavoro».

Le imprese hanno necessità di assumere molti lavoratori

Non solo reddito di cittadinanza, Calderone si dice ottimista per il futuro. «Abbiamo il record di occupati e la prospettiva, come segnalano tutti gli indicatori economici per i prossimi anni è buona, anche per via del ricambio generazionale in corso. L’ultimo rapporto Unioncamere segnala infatti che le aziende hanno la necessità di assumere un milione e mezzo di lavoratori entro luglio», specifica la Calderone. «I motivi di questa impennata» della forbice tra domanda e offerta di lavoro «sono vari. Si tratta di una vera e propria tempesta perfetta. Mettiamo insieme la crescita della domanda globale, la sostituzione dei lavoratori che stanno andando in pensione, la diminuzione del numero dei giovani e il numero inadeguato di competenze, soprattutto tecniche, rispetto alla domanda delle imprese. E troviamo una combinazione di fattori molto chiara. In questo quadro – dice ancora il ministro – il crollo degli iscritti agli istituti professionali, a fronte della crescita delle iscrizioni ai licei, di questi dieci anni, mostra delle scelte delle famiglie in controtendenza rispetto al mercato del lavoro».

«Con i sindacati voglio un vero dialogo sul merito delle questioni

Dai sindacati «voglio un vero dialogo sul merito delle questioni con un approccio fattivo alla soluzione dei problemi». Però, «il rinnovo della contrattazione non spetta al governo ma a imprese e sindacati. Certo, la nostra porta è aperta e siamo disponibili a facilitare la ripresa delle trattative. In Italia», ricorda la Calderone, «la copertura contrattuale è quasi al 90% frutto della contrattazione collettiva. Alcuni contratti, scaduti da molto tempo, necessiterebbero di essere prontamente rinnovati. Il rinnovo dei contratti collettivi, con l’adeguamento dei livelli contributivi, è certamente una priorità. Non dimentichiamo, tuttavia, che oggi i lavoratori attribuiscono importanza anche ad altri temi che attengono alla qualità della vita e al welfare».

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