Mantovano ricorda il giudice Livatino: “Sarebbe bello proclamarlo patrono dei magistrati”
Un uomo del nostro tempo, un esempio a cui tutte le toghe dovrebbero guardare. Il giudice Rosario Livatino, ucciso dalla mafia 33 anni, il primo magistrato beato nella storia della Chiesa cattolica, è questo e molto altro ancora. Parola di Alfredo Mantovano a Palermo per l’intitolazione al giudice dell’Aula 7 nell’Aula Borsellino del dipartimento di Scienze Politiche e delle Relazioni internazionali dell’Università palermitana.
Mantovano: Livatino è un esempio per giuristi e magistrati
“Alla grande professionalità di Rosario Livatino, che faceva sì che i suoi provvedimenti da giudice arrivassero in Cassazione senza essere minimamente scalfiti, e quelli da pubblico ministero trovassero il pieno consenso dei giudicanti, si accompagnava un rispetto per le garanzie difensive”, ricorda il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. “E un rispetto per l’imputato come persona, anche se era il peggiore mafioso. Da questo punto di vista è un uomo del nostro tempo nel senso che ha tanto da dire ai giuristi e, in particolare, ai magistrati oggi”.
“Proclamiamo il giudice patrono dei magistrati”
“Sarebbe bello se – prosegue Mantovano – se, come accaduto nel 2000 quando in occasione di quel giubileo san Tommaso Moro fu proclamo patrono dei politici, il Giubileo del 2025 fosse la cornice al cui interno proclamare Rosario Livatino patrono dei magistrati. È una lacuna che sarebbe bello colmare”. Un ulteriore riconoscimento al ‘giudice ragazzino’, ucciso in odio alla fede, proclamato beato dalla Chiesa cattolica il 9 maggio 2021.
L’uccisione il 21 settembre 1990 per mano della Stidda
Livatino, che per primo indagò sulla cosiddetta tangentopoli siciliana, venne ucciso il 21 settembre 1990 sulla statale Caltanissetta-Agrigento. Mentre si recava, senza scorta, in tribunale. A sparargli quattro sicari assoldati dalla Stidda agrigentina. Un’organizzazione mafiosa in contrasto con Cosa nostra. Il magistrato era a bordo della sua vettura, una vecchia Ford Fiesta, quando fu speronato dall’auto dei killer. Tentò disperatamente una fuga a piedi attraverso i campi limitrofi. Ma, già ferito a una spalla, fu raggiunto dopo poche decine di metri e freddato a colpi di pistola.