L’effetto Schlein c’è, ma rovesciato: il Pd vince solo dove la leader dem non è andata
Siamo proprio sicuri che in queste elezioni sia mancato l’effetto Schlein? Il punto di domanda è d’obbligo dopo aver letto sull’Huffington Post che l’unico ballottaggio vinto dal Pd, Vicenza, è anche l’unico che non ha visto la giovane Elly partecipare. E non per sua deliberata scelta bensì per pressante richiesta del sindaco Giacomo Possamai, dem di osservanza lettiana (inteso come Enrico) e gran tessitore di trame civiche. Alla volata tirata dai big nazionali Possamai non ha mai creduto. Men che meno in quella della Schlein, così radicale nello sparare supercazzole da rischiare di passare addirittura per marziana in una città storicamente refrattaria ai massimalismi. Da qui il pressante invito da parte del candidato primo cittadino a girare al largo e a lasciarlo sul ring da solo. Il risultato gli ha dato ragione: seppur ai punti, ha battuto l’uscente Francesco Rucco.
Il neo-sindaco di Vicenza non l’ha voluta in campagna elettorale
Tutto il neo-sindaco poteva immaginare tranne che la sua vittoria assurgesse a cartina di tornasole dell’effetto Schlein. Proprio così. Avesse vinto il Pd anche altrove, nessuno farebbe caso al caso-Vicenza. Ma poiché la sinistra celebra l’unico successo proprio nell’unico capoluogo al voto non toccato da Elly, una riflessione, non scaramantica ma politica, s’impone. E sì, perché il successo di Possamai autorizza a ritenere che l’effetto Schlein esista davvero, ma completamente rovesciato rispetto al significato che gli aficionados della pasionaria italo-svizzera-americana avevano sognato alla vigilia. E questo è un guaio per lei, tanto più in un partito come il Pd, notoriamente turbolento e azzanna-leader.
Luna di miele finita tra Schlein ed elettori dem?
Certo, nessuno può realisticamente ipotizzare precoci rese dei conti o fronde interne a viso aperto. Tre mesi – tanti ne sono passati dalle primarie – sono un tempo piccolo per giudicare l’operato di una leadership, ma è altrettanto indubbio che la sconfitta odierna segni la fine della luna di miele tra Elly e l’elettorato dem. Gli effetti li vedremo a breve proprio nel rapporto tra la segretaria e il “partito del territorio“, oggi ridotto a formato bonsai ma un tempo pullulante di sindaci e governatori. È lo stesso uscito scornato dal sostegno a Bonaccini alle primarie. Ricordate? Persero gli iscritti del Pd e vinse un non meglio individuato “popolo” della sinistra. Fu tutto lì l’effetto Schlein.