E’ morto Alessandro D’Alatri, regista di fiction popolari come “I bastardi di Pizzofalcone” e “Un professore”
E’ morto il regista Alessandro D’Alatri. Aveva 68 anni. Lo riporta sui social il giornalista specializzato Sergio Fabi. “Venuto a mancare un grande professionista Alessandro D’Alatri”, scrive il cronista. Le cause della morte del regista e sceneggiatore romano, che ha diretto tra gli altri ‘Il commissario Ricciardi’ e ‘Un professore’, “I bastardi di Pizzofalcone“, non sono ancora note. Tra i primi commenti quello dell’attore Paolo Ruffini: “Una persona stupenda”, ricorda. Molti i volti noti dello spettacolo che si accodano al ricordo del regista romano. “Non ci posso credere”, scrive Paola Minaccioni. “E’ partito per un altro viaggio il mio amico, regista e sceneggiatore ma soprattutto un essere umano dolce, pieno di talento, uomo di cultura. Grazie per l’opportunità di averti conosciuto”, Così lo saluta dai social Alessandro Gassman.
Ci lascia Alessandro D’Alatri. L’intervista all’Adnkronos del 2015
“Il dovere di questo mestiere, dell’essere regista, è offrire continuamente un brivido nuovo allo spettatore”. Queste le parole di Alessandro D’Alatri all’Adnkronos nel 2015 in occasione dell’uscita della sua biografia ‘Alessandro D’Alatri’, curata dallo psichiatra e giornalista napoletano Ignazio Senatore. Attore, regista, scrittore, sceneggiatore, era nato il 24 febbraio 1955 a Roma e si è spento oggi. Durante la sua carriera ha ricevuto due premi importanti. Nel 1991 il David di Donatello come migliore regista esordiente per ‘Americano rosso’, che vinse anche il Ciak d’oro come miglior film esordio, e nel 1995 il premio come miglior sceneggiatura al Nastri d’Argento per il film ‘Senza pelle’ (1994), presentato a Cannes 1993 nella sezione ‘Quinzaine des réalisateurs’.
Ha svecchiato la commedia all’italiana
“Non ho mai lavorato un giorno nella mia vita – aveva dichiarato D’Alatri all’Adnkronos – perché ogni giorno ho sempre fatto qualcosa con piacere”. Il regista ha il merito di aver svecchiato la commedia all’italiana, lanciando interrogativi sociali e scoprendo e riscoprendo attori. “A me non è mai piaciuta la minestra riscaldata – aveva spiegato all’agenzia di stampa – Quando una cosa è stata fatta, non m’interessa ripeterla. Avrei potuto fare altri ‘Americano rosso’, ‘Casomai’, o i rispettivi seguiti, ma ho preferito evitare. Il dovere di questo mestiere, dell’essere regista, è offrire continuamente un brivido nuovo allo spettatore”.
La carriera
Aveva esordito come giovane attore con lo sceneggiato televisivo ‘I fratelli Karamazov’ (1969) e con ‘Il ragazzo dagli occhi chiari’ (1969) di Emilio Marsili. Nel 1970 De Sica lo sceglie per ‘Il giardino dei Finzi Contini’. Già all’epoca vantava un’esperienza teatrale di tutto rispetto, avendo cominciato sul palco del Teatro Valle con Luchino Visconti. Nei Novanta debutta alla regia cinematografica con ‘Americano Rosso’ (1991). Lavora con attori come Kim Rossi Stuart ne ‘I giardini dell’Eden’, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, con Fabio Volo in ‘Casomai’ e ‘La Febbre’ (2005). Con Paolo Bonolis, Sergio Rubini, Margherita Buy, Elena Santarelli, Rocco Papaleo e Michele Placido in ‘Commediasexi’ (2006). Gira anche i videoclip ‘Ancora qui’ e ‘Alla fine’ di Renato Zero (2009 e 2010), e poi lavora con Articolo 31, Elisa, Negramaro e Laura Pausini. Nel 2008 divengono famosi i suoi spot ironici per la Rai per il rinnovo del canone d’abbonamento con i personaggi storici di Adamo ed Eva, Dante Alighieri, Galileo Galilei, Napoleone, Robespierre e Karl Marx.