Tajani contro gli “sciacalli”: «Silvio si rimetterà: nessuna scissione in FI, compatti su Meloni»

9 Apr 2023 10:12 - di Marta Lima

Che succederà quando Berlusconi non ci sarà più? “Non c’è risposta. Perché è una domanda non attuale, e nessuno di noi ci ha mai pensato. Sono solo quattro giorni che Berlusconi è ricoverato, e tutti quelli che gli hanno fatto visita confermano che si informa, si attiva, parla di politica, dà indicazioni. Tornerà presto e non si ritirerà certo a vita privata, non è nella sua natura. Sarà ancora un grande protagonista della politica”. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, coordinatore e vice presidente di Forza Italia, risponde così in un’intervista al Corriere della sera, nella quale si definisce “solo un militante al servizio di Fi, rappresentando le nostre idee al governo e tenendo operativo il partito“. Tajani replica a tutto tondo agli “sciacalli politici” che parlano già di una resa dei conti in Forza Italia sulle spoglie di Berlusconi, con un’ala pronta a sfilarsi per andare col Terzo polo e sganciarsi dall’alleanza nel centrodestra.

Tajani rassicura su Berlusconi e sulla solidità del sostegno a Meloni

Tajani ribadisce il suo ruolo di mediatore e organizzatore tra le varie anime del partito. “E lo faccio – prosegue – assieme ai capigruppo, ai coordinatori, ai presidenti di Regione, ai sindaci, ai quadri, a un movimento che non è di plastica, ma reale, radicato, con una classe dirigente ampia e un suo elettorato di riferimento. Berlusconi lavora anche per rafforzare questa organizzazione: ci aspettiamo perfino qualche arrivo dal Pd…».

È un modo per dire che non c’è solo Berlusconi, che Fi esiste ed esisterà anche a prescindere da lui? “Non c’è dubbio che esiste ed esisterà, con Berlusconi. Che c’è anche quando non fa comizi e non va in tivù. Non è la prima volta che per ragioni di salute Berlusconi si è dovuto allontanare dal day by day , ma noi siamo andati avanti sempre seguendo le sue indicazioni…Perché Berlusconi c’è con le sue idee, con la sua linea politica che guarda al futuro già ora, con un partito da lui creato che da 30 anni rappresenta l’area moderata, europeista, liberale, popolare della politica. E che continuerà a farlo, in qualunque forma evolverà la scena politica”.

Il sostegno leale al governo

Non è in discussione, sottolinea il ministro degli Esteri, la linea granitica a sostegno della Meloni e del governo. “Certamente sosteniamo il governo, siamo un partito che per natura è di governo: Berlusconi è un uomo del fare e il Paese ha bisogno di FI. Il 5 e 6 maggio — spero con Berlusconi sul palco — terremo la nostra convention a Milano proprio puntando sulle materie di cui ci occupiamo noi ministri: Esteri, Ambiente, Ricerca, Università, Riforme, Pubblica amministrazione. I nostri elettori ci vogliono al governo per portare avanti le nostre idee: nell’ultima settimana siamo saliti di 0,7 punti proprio perché è stata apprezzata la linea scelta”.

E la famiglia Berlusconi? «Ha sempre sostenuto il partito, come tanti imprenditori peraltro, ma mai ha imposto decisioni o linee politiche di alcun tipo. Mai una volta. Chiaro, tra figli, fratello, padre, ci saranno confronti di idee, Berlusconi è sempre pronto ad ascoltare buoni consigli”. C’è l’ipotesi di partito repubblicano, spesso evocato da Berlusconi, che potrebbe vedere assieme FI e FdI.

Nessuna scissione in vista

Sull’ipotesi di un partito unico del centrodestra, Tajani frena: “Certo che l’idea di un sistema realmente bipolare — con un partito repubblicano e uno democratico — è affascinante e da perseguire, ma i tempi e i modi li decideranno i leader. Intanto dobbiamo cercare di creare una formula vincente in Europa di alleanza tra conservatori, liberali e Ppe, di cui noi siamo parte. Sarebbe un passo importantissimo. E in ogni caso, anche in un partito repubblicano, noi rappresenteremmo l’area popolare, europeista e liberale. Non perderemmo la nostra identità”. Potete invece perdere pezzi? Rischiate scissioni? “È un periodo ipotetico dell’irrealtà. Nessuno vuole lasciare il movimento che lo ha eletto e nessuno chiede o propone congressi. Siamo tutti concentrati solo sul nostro leader e aspettiamo che torni. Si sta drammatizzando qualcosa che non esiste”.

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