Spioni alla Regione Lazio. Rocca: “Abbiamo trovato delle telecamere nascoste nei nostri uffici”

19 Apr 2023 12:18 - di Giovanni Pasero
telecamere Regione Lazio

«Sono state rinvenute in Regione alcune telecamere che non avevano un collegamento audio. Sono stati chiamati i carabinieri che hanno portato via tutto. Io nemmeno le ho viste, sono stato informato. Abbiamo fatto una denuncia e l’esito e il seguito non dipende da noi”. Così il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, conferma ai giornalisti le indiscrezioni apparse sui giornali.

Si può parlare davvero di giallo in Regione Lazio, nella sede in via Cristoforo Colombo: sono infatti state rinvenute 9 telecamere nascoste. Eran nell’ufficio dell’assessorato alla Sanità, nella direzione e nella sala riunioni dello stesso dipartimento e nell’ufficio di presidenza. Tecnicamente i ritrovamenti consecutivi sono due: in tutto di 9 dispositivi di sorveglianza audio-video di tipo analogico. Pertanto molto datati: i ritrovamenti sono avvenuti il 7 e il 13 aprile scorsi al nono piano dell’edificio.

Le telecamere in Regione scoperte durante una bonifica ambientale

Secondo la ricostruzione del Corriere della Sera, personale tecnico di una ditta incaricata di effettuare lavori di ristrutturazione e sull’impianto elettrico negli uffici della presidenza ha scoperto i sistemi di sorveglianza passiva all’interno dei sensori anti-intrusione e li ha consegnati ai carabinieri avvisati dalla vigilanza della Regione.

In tutti gli ambienti, le telecamere erano puntate sulla porta: inquadravano quindi le persone che entravano e uscivano. Dalla Regione è subito scattata la denuncia ai carabinieri, che sono intervenuti per acquisire il materiale sospetto e hanno ascoltato l’elettricista.

Come riporta Repubblica non è la prima volta che negli uffici della Regione Lazio vengono rinvenuti sistemi di sorveglianza piazzati abusivamente. Nel gennaio 2014 una microspia era stata rinvenuta addirittura nella stanza di Nicola Zingaretti. Più precisamente nel bracciolo di una poltrona della sala riunioni della Regione Lazio.

Nella sedia solitamente utilizzata dall’allora presidente. In quel caso il ritrovamento era avvenuto durante una bonifica, un controllo disposto periodicamente dalla Regione per motivi di sicurezza e tutela della privacy. La vicenda era finita poi nelle mani dei carabinieri, quindi della Procura di Roma. Ad occuparsi del caso era stato un magistrato del pool reati contro la personalità dello Stato, guidato dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo.

Le indagini però non portarono a nulla e la vicenda venne archiviata. Adesso, nove anni dopo, un nuovo giallo. Anche questo destinato a rimanere irrisolto?

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