Reddito di cittadinanza, Roccella: “Nella riforma particolare attenzione alle famiglie numerose”
Le famiglie numerose escono dal cono d’ombra in cui sono state relegate e trovano una nuova centralità nella politica, a partire dalle misure economiche per sostenerle. In audizione davanti alle Commissioni riunite Affari costituzionali, Lavoro e Affari sociali della Camera sulle linee programmatiche del suo ministero, infatti, il ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella, più volte si è soffermata negli interventi a loro favore.
Roccella: il carico familiare al centro della misura che sostituirà il Reddito di cittadinanza
Parlando del reddito di cittadinanza, che “è oggetto di un intervento di riforma in chiave di maggiore equità per le famiglie”, il ministro ha sottolineato che “la misura che lo sostituirà sarà disegnata con un’attenzione particolare al carico familiare, come abbiamo già fatto per il potenziamento dell’assegno unico e per i recenti interventi sulle bollette”. “Stiamo rimediando – ha aggiunto – a oggettive sperequazioni che esistevano in danno delle famiglie numerose, che sono state particolarmente svantaggiate da una costante disattenzione politica nei loro confronti”.
L’impegno del governo a difesa dell’assegno unico
Anche in merito all’assegno unico, che il governo difenderà dalla procedura di infrazione aperta dall’Europa, il ministro ha chiarito che la misura “ha avuto il principale pregio di fare ordine e di semplificare, uscendo dalla logica dei bonus verso un percorso di tipo strutturale. Un metodo che condividiamo. Ci sono aspetti da correggere sui quali stiamo lavorando, dalle famiglie numerose, sulle quali siamo già intervenuti con un primo potenziamento in finanziaria, alla situazione dei vedovi, fino ai transfrontalieri”. Per i correttivi strutturali, ha poi aggiunto, “per esempio quelli sull’Isee, bisognerà capire come si evolverà il confronto con l’Europa”.
Le criticità intorno al Family Act
In merito al Family Act, Roccella ha ricordato che “abbiamo differito di 24 mesi i termini per l’esercizio delle deleghe contenute nel provvedimento, allineando le scadenze dei diversi punti, e questo per un motivo ben preciso, oltre alla naturale volontà di riconsiderarne i contenuti alla luce degli indirizzi dell’attuale maggioranza. Il Family Act ha rappresentato infatti un apprezzabile sforzo di razionalizzazione delle varie misure per la famiglia: è bene precisare però che si è trattato sostanzialmente di una dichiarazione di intenti, priva di corrispondenti poste di bilancio e rimasta infatti inattuata”.