Raimo al delirio: “Il curriculum di Lollobrigida è il fascismo”. Bocchino lo travolge: “Qui il più fascista sei tu” (video)

21 Apr 2023 13:04 - di Adriana De Conto
Bocchino Raimo

“25 minuti di linciaggio contro Lollobrigida”. Il “plotone d’esecuzione” preparato da Corrado Formigli  a Piazza Pulita non era neanche tanto un sorpresa. Bastava scorrere gli ospiti che, eccezion fatta per Italo Bocchino, direttore editoriale del Secolo d’Italia, avrebbero “allietato” la serata di giovedì 20 aprile su La 7: da Cristian Raimo a Fatima Zahra El Maliani, da Stefano Cappellini di Repubblica a Mario Calabresi; da Aldo Cazzullo a Tito Boeri. Bastavano questi pochi nomi per prefigurare un “uno contro tutti”. Il caso Lollobrigida e le accuse pretestuose sulla “sostituzione etnica” hanno  praticamente fornito un assist al conduttore che non ha dovuto faticare molto per allestire la puntata. Attaccare il ministro e il governo con un incipit d’apertura e poi farlo attaccare dagli ospiti. Si ascolta l’inverosimile, siamo all’insulto libero, sotto i “buoni auspici” del conduttore.

Italo Bocchino, scontro da Formigli: “25 minuti di linciaggio contro Lollobrigida…”

Spetta al direttore editoriale del Secolo d’Italia “guadagnarsi” la parola di fronte a una disposizione di forze in campo così vistosamente sbilanciate. Solo Annalisa Chirico a supporto della “difesa” del governo e del ministro, oltretutto vergognosamente “linciato” dalla vignetta del Fatto Quotidiano. Una faziosità clamorosa. Esclama Italo Bocchino:  “Guardi Formigli, dopo 25 minuti di linciaggio sul ministro Lollobrigida spero di avere il tempo per spiegare le cose”. Formigli subito si difende attaccando: “Ah, criticare è linciaggio?”, pretendendo di definire “critica” le vergognose parole usate nel dibattito sia politico che sui media. Il clima si fa concitato, Bocchino prende il cellulare per mostrare un video in cui Lollobrigida ha spiegato con chiarezza la linea del governo, a favore  dell’immigrazione regolare. Poi sfoglia un documento Onu del 2000 che parla espressamente di sostituzione etnica. Ma naturalmente dei dati veri su cui ragionare in studio nessuno vuol parlare.

Bocchino smaschera il “gioco sporco”: “Estrapolate 15 secondi e non ascoltate i ragionamenti”

Ascoltate bene cosa dice“, afferma Bocchino a proposito del ragionamento di Lollobrigida. Qui il gioco è fin troppo scoperto: ci si appiglia a due parole e si nega il ragionamento. Infatti Formigli si spazientisce: “Dobbiamo sentirlo tutto? Ce lo riassuma lei”, dice arrogantemente. Bocchino con calma: “Qui il ministro Lollobrigida fa un discorso per incentivare gli arrivi in Italia di tutti coloro che possono lavorare e dunque avere una posizione regolare nel nostro Paese. Voi avete estrapolato due clip da 15 secondi da un contesto e le avete mostrate al pubblico”. Formigli si irrigidisce quando lo contraddici,  prova a giustificarsi, ma Bocchino chiude la pratica: “È stato un linciaggio”.  Punto. Ma c’è stato un secondo round. Stavolta, tra la platea di assatanati contro il governo spunta Christian Raimo, faziosissimo di tre cotte, con licenza di spararle più grosse che può: si scatena a testa bassa contro  il ministro Lollobrigida e il governo Meloni. Italo Bocchino lo osserva basito. La premessa di Raimo è: “Qui il punto non è se Lollobrigida ha detto o non ha detto qualcosa come l’ha detta. Qui il punto è che c’è qualcuno che crede ancora nella difesa della razza”.

Bocchino a Raimo: “Qui il più fascista sei tu”

Non contento, aggiunge altro fango: Lollobrigida: “ha un curriculum bianco, non ha fatto nulla- azzarda senza sapere nulla-. Si ritrova ministro solo perché ha frequentato piccoli centri di potere fascista, questa è la verità. Il curriculum di Lollobrigida è il fascismo”. Un enormità. Ammirazione per Bocchino che lo ascolta anche quando Raimo afferma cose ignobili:  “Abbiamo un governo che è cialtrone e pezzente dal punto di vista culturale”. Il direttore del Secolo  lo  lascia sfogare come un ossesso, per poi piazzare il colpo con calma:  “Qui in studio il più fascista sei tu. Ti volevo dire che in Italia esiste la democrazia. Se tu ti candidi prendi 100 voti, se si candida Lollobrigida ne prende 100mila. Il curriculum di Lollobrigida lo fanno gli italiani”. Punto, sipario. Le ossessioni vanno depotenziate. E probabilmente è ciò che più fa andare in tilt persone come lui.

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