La Russa e Sala ricordano Ramelli e Pedenovi: nel loro nome il richiamo alla pacificazione

29 Apr 2023 18:34 - di Viola Longo
ramelli

Con due cerimonie ufficiali sono stati ricordati a Milano Sergio Ramelli ed Enrico Pedenovi, entrambi uccisi da militanti di estrema sinistra il 29 aprile di quasi 50 anni fa: Ramelli, che era uno studente 18enne, 48 anni fa da un commando di Avanguardia operaria; Pedenovi, che era un 50enne avvocato e consigliere provinciale del Msi, 47 anni fa da un gruppo legato a Prima linea. Alle cerimonie hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e il presidente del Senato, Ignazio La Russa, per la prima volta, nella sua ininterrotta partecipazione alle cerimonie, nella veste di seconda carica dello Stato.

La Russa: “La memoria di oggi vuole invitare alla pacificazione nazionale”

Non è stato La Russa però, come ci si sarebbe potuti aspettare, a deporre la corona di fiori per Ramelli. È stato, invece, Sala, con una scelta simbolica dettata dalla volontà di lanciare un messaggio di pacificazione. “Sono molto contento di aver lasciato al sindaco di Milano la deposizione della corona, insieme a me”, ha detto La Russa, che ha voluto sottolineare le parole riportate sul cippo in memoria di Ramelli. “In memoria del giovane Sergio Ramelli, in nome di una pacificazione nazionale che accomuni in un’unica pietà tutte le vittime innocenti della nostra storia come monito alle generazioni future”, vi si legge. “Io ci tengo a questa iscrizione perché non sempre – ha sottolineato La Russa – ci sono questi linguaggi: è un richiamo a una pacificazione nazionale”.

“La memoria di oggi è una memoria che vuole invitare alla pacificazione nazionale che non vuol dire parificazione, sono due concetti completamente diversi”, ha proseguito La Russa, sottolineando che c’è bisogno di avere memoria ma “anche di non trasferire ai giorni di oggi i contrasti, i conflitti, le divisioni profonde che non hanno più ragione di esistere”.

Sala: “Ricordare Ramelli è giusto. Parlare di riconciliazione significa tantissimo”

“Non ho mai mancato alla ricorrenza del 29 aprile, non solo perché è giusto ma anche perché Sergio Ramelli era uno della mia generazione. Lo faccio per dovere perché il sindaco deve fare questo, ma anche perché lo sento”, ha ricordato Sala, per il quale parlare di riconciliazione “significa tantissimo”. “Bisogna essere capaci da tutte le parti di metterla in atto, però è normale, giusto, anche bello che la politica si divida e veda cose in maniera diversa. Ma – ha sottolineato il primo cittadino di Milano – il confronto deve essere sulla base della non violenza, del rispetto delle parole degli altri. Da questo punto di vista non posso che appoggiare quello che dice presidente del Senato e che si debba trovare una forma per riconciliare questo Paese”.

In tanti alle cerimonie in memoria di Ramelli e Pedenovi

Alle cerimonie in ricordo di Ramelli e Pedenovi hanno preso parte, tra gli altri, anche il presidente del consiglio regionale della Lombardia, Federico Romani, l’assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia, Romano La Russa, il sottosegretario all’Istruzione, Paola Frassinetti, l’eurodeputato Carlo Fidanza, il vicepresidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Riccardo De Corato, e il giudice Guido Salvini, che da magistrato indagò sull’omicidio Ramelli.

“Dalle istituzioni è partito oggi un messaggio forte e unitario di pacificazione e invito al rispetto reciproco, rispetto per le persone e rispetto per le appartenenze politiche e le storie individuali di ciascuno”, ha detto Romani. “Mi ha fatto molto piacere vedere alla commemorazione numerosi sindaci dell’hinterland che indossavano la fascia tricolore, un segno sicuramente di rispetto istituzionale e di pacificazione nazionale che mi auguro venga condiviso da tutte le forze politiche, nel ricordo delle vittime innocenti dell’estremismo di quegli anni”, ha spiegato Romano La Russa. De Corato, poi, ha annunciato che “chiederò che a Sergio Ramelli ed Enrico Pedenovi vengano intitolate due vie di Milano”, mentre il giudice Salvini ha sottolineato che “credo che sia importante un tributo di memoria a tutti i giovani dell’una e dell’altra parte e anche agli agenti di polizia caduti in quell’atroce guerra civile degli anni Settanta”, sono state le parole del giudice Salvini.

Sui social il ricordo di Fidanza e la lettera di Frassinetti “a Sergio”

Su Facebook, postando diverse foto della cerimonia, Fidanza ha ricordato “il sorriso e l’amore sconfinato per l’Italia” di Ramelli e Pedenovi, “che vive in ognuno di noi”. E sempre ai social Frassinetti ha affidato una commovente lettera “A Sergio”, nella quale, rivolgendosi in prima persona al ragazzo, ha ricordato anche che “molto è cambiato, pensa che Ignazio ti ha commemorato al Senato da Presidente e che il 13 marzo ho messo dei fiori sotto la tua targa al Molinari”. Frassinetti, in questi mesi di governo, proprio come La Russa, si è spesa moltissimo perché la memoria delle vittime innocenti degli anni Settanta diventi momento unificante nel Paese. Due, in particolare, i momenti più simbolici di questo impegno, realizzati in linea con il suo ruolo di governo di sottosegretario all’Istruzione: il ricordo al Molinari di Ramelli e quello al liceo Brera di Fausto Tinelli, lo studente di sinistra ucciso davanti al Leoncavallo il 18 marzo 1978, insieme a Lorenzo “Iaio” Iannucci. A sottolineare che tutte le vittime innocenti di quegli anni meritano pari dignità e pari pietà, da parte di tutti, indipendentemente dalle appartenenze.

(Foto dal profilo Facebook dell’eurodeputato Carlo Fidanza)

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