Ratzinger non insabbiò un caso di pedofilia: cadono le accuse, archiviata l’indagine in Germania
Il defunto Papa Benedetto XVI è stato indagato per possibile complicità in abusi sessuali al tempo in cui era arcivescovo. Abusi che il Papa emerito avrebbe coperto. Ma le indagini si sono chiuse con un’archiviazione per mancanza di prove. Lo ha detto oggi la procura di Monaco, spiegando che anche il tempo trascorso dai presunti reati ha posto ostacoli legali all’inchiesta.
L’accusa a Ratzinger di avere insabbiato gli abusi
Contro il Papa emerito aveva sporto denuncia in sede civile il 22 giugno scorso, un 38enne della Baviera che ha affermato di essere stato vittima di abusi sessuali e ha accusato Ratzinger di essere «a conoscenza della situazione», ma «di non aver fatto abbastanza».
Le indagini hanno coinvolto tre importanti prelati cattolici, fra cui il defunto Papa emerito Joseph Ratzinger, che da cardinale è stato arcivescovo di Monaco e Frisinga fra il 1977 e il 1982. Gli altri due sono il suo successore, cardinale Friederich Wetter e il vicario generale dell’epoca, Gerhard Gruber, che svolgeva compiti amministrativi nella diocesi.
La Procura di Monaco: non ci sono prove adeguate
Le indagini non hanno tuttavia “sollevato sufficienti sospetti di comportamento criminale da parte dei responsabili del personale” ecclesiastico, ha detto la procuratrice Angela Miechielsen, secondo la quale non sono state trovate prove adeguate. “Vi erano possibili atti di favoreggiamento da parte dei responsabili del personale”, ma le accuse sono cadute, ha aggiunto.
La procura di Monaco ha indagato su oltre 40 casi in connessione con un rapporto sugli abusi pubblicato nel gennaio 2022 e a febbraio dello stesso anno vi è stata una perquisizione della sede della diocesi. Le accuse sono cadute sia per mancanza di prove sia perché i reati sono andati in prescrizione. Nel caso di Ratzinger i presunti reati erano avvenuti troppo tempo prima.
Il biografo del Pontefice: Ratzinger era innocente
La procura è stata accusata di aver agito troppo lentamente, dato che aveva già chiesto documenti nel 2010, quando era stato preparato un primo rapporto sugli abusi sessuali nella diocesi, che però non era stato pubblicato. Il procuratore capo Hans Kornprobst ha risposto che il primo rapporto era troppo vago per poter avviare una inchiesta. Inoltre, anche se le indagini fossero state avviate allora, “non vi sarebbero stati risultati differenti”.
Intanto il biografo del Papa, Peter Seewald, ha commentato che il risultato delle indagini conferma l’innocenza di Ratzinger. Il rapporto, ha affermato, non conteneva “un sola prova di cattiva condotta dell’ex arcivescovo”.