Rampini show su La7, stronca il Pd e sbertuccia Conte: “Fantasioso dire che l’Italia è in guerra” (video)

22 Mar 2023 20:06 - di Chiara Volpi
Rampini

L’intervento di Federico Rampini, ospite della puntata di oggi a Tagadà su La7 è da antologia. Con aplomb britannico e onestà intellettuale l’inviato del Corriere della Sera propone con fermezza e convinzione una lucida disamina dei temi nell’agenda di governo e al centro delle chiassose polemiche della sinistra: con il Pd della Schlein e il M5S di Conte nel mirino infuocato del giornalista.

Rampini annichilisce la sinistra: frecciata infuocata contro la Schlein

E sin dall’incipit: «Migranti e minoranze, sono questi i temi vincenti?», gli chiede la conduttrice Tiziana Panella subito. E Rampini argomenta flemmatico, mettendo una pietra tombale sulla vexata questio che stronca sul nascere recriminazioni sventolate a sinistra come un vessillo di in esclusiva: «È un filone mondiale, anche la sinistra americana ha imboccato la strada della rappresentanza di minoranze etniche, sessuali però così facendo negli Stati Uniti si è creato un divario. C’è quella grande classe lavoratrice che non si sente più rappresentata».

Migranti e Ucraina, Rampini prende le difese dell’esecutivo

La stoccata di Rampini va dritta alla neo segretaria del Pd, Elly Schlein, e al cuore sanguinante del suo elettorato. E non ha ancora nemmeno finito il giornalista ospite a La7, che a stretto giro, aggiunge anche la stoccata finale: la ragione è evidente, «la sinistra occupandosi degli ultimi sembra scordarsi dei penultimi. Questo crea un problema di consensi». Eppure una differenza con l’Italia negli Stati Uniti è chiara: «Biden ha di fatto mantenuto le restrizioni di Trump per quanto riguarda gli arrivi».

«Biden è riuscito ad aumentare i flussi legali. Proprio come vorrebbe Giorgia Meloni»

Una formula che consente a Washington di «incassare un forte aumento dei salari operai, perché la limitazione dei flussi migratorio ha fatto sì che la classe lavoratrice vanti poteri contrattuali maggiori». Sull’altro versante, poi, l’inquilino della Casa Bianca è riuscito ad aumentare i flussi legali. Proprio come vorrebbe Giorgia Meloni. E non è ancora tutto. Perché proprio a proposito del governo, a ridosso dell’approvazione alla Camera della risoluzione di maggioranza relativa alle comunicazioni del premier sul Consiglio europeo in programma domani e dopodomani a Bruxelles, Rampini prende, ancora una volta, le difese dell’esecutivo.

«È una forzatura dire che l’Italia è in guerra: la spesa vera il governo l’ha investita su famiglie e imprese»

E dichiara senza giri di parole: «È una forzatura dire che l’Italia è in guerra. Noi c’entriamo pochissimo. Anche dal punto di vista economico il nostro apporto all’Ucraina è pressoché invisibile. Faccio un esempio: l’America dall’inizio della guerra ha speso lo 0,2% del suo Pil in armi e aiuti all’Ucraina. E fa un multiplo degli europei. La verità è che quello che l’Italia ha speso per la guerra, lo ha speso per sé stessa, cioè gli aiuti alle famiglie italiane e alle imprese per attutire l’impatto del caro bollette. È questa l’unica vera spesa sostanziale».

Rampini sugli aiuti all’Ucraina annichilisce Conte: «Da lui frasi fantasiose… ci vuole molta, molta immaginazione»

Parole, quelle dell’inviato del Corriere, che annichiliscono Conte e asfaltano con la logica il suo intervento isterico in Aula culminato in un collerico finale rivolto alla Meloni: «Lei sta portando l’Italia in guerra con un piglio coraggioso». Frasi deliranti, quelle del leader pentastellato, che Rampini ha giudicato come “fantasiose”. Un epiteto per non dire “prive di fondamento”, spiegando che l’Italia ha speso per proteggersi dalle conseguenze dirette e indirette dell’invasione. Chiosando: «Per descriverci come un Paese in guerra ci vuole molta, molta immaginazione».

Sotto un estratto dell’intervento di Rampini a Tagadà dalla pagina Twitter de La7

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *