“Non arrenderti, sei il mio eroe”: la lettera di Masha strappata al papà, condannato e in fuga
«Papà sei il mio eroe… Non arrenderti. Abbi fiducia, spera e ama perché, come mi hanno detto, sono solo coloro che sanno avere fiducia, speranza e amore a vincere». Masha Moskaleva, 13 anni, internata in una struttura di rieducazione per aver fatto a scuola un disegno contro la guerra lo scorso anno, poco dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, ha scritto in una commovente lettera al padre, condannato ieri a due anni di carcere per aver postato commenti contro la guerra, e fuggito il giorno prima dagli arresti domiciliari.
La storia di Masha, la 13enne russa strappata al padre per un disegno contro la guerra all’Ucraina
Tutto è cominciato ormai quasi un anno fa, con il disegno fatto a scuola da una ragazzina contro l’invasione russa in Ucraina, e nessuno si sarebbe aspettato che la vicenda sfociasse in una tragedia di simili proporzioni. Eppure, il 54enne Alexei Moskalev e sua figlia Masha, di 13 anni, sono i protagonisti-vittime di un caso emblematico della repressione russa verso chiunque critichi la guerra che Putin ha scatenato contro Kiev. Disegno al bando e famiglia punita, dopo una persecuzione durata mesi. Drammatici mesi, in cui padre e figlia sono stati ripetutamente arrestati. Interrogati. E, nel caso di Alexei, anche picchiato, come denuncia Ovd-Info.
Il papà di Masha condannato al carcere e fuggito prima della sentenza
Un tribunale russo ha condannato al carcere l’uomo per essersi espresso contro l’offensiva di Mosca sui social. Mentre la ragazzina, mandata in orfanatrofio in una località sconosciuta, è stata successivamente internata in una struttura «per la riabilitazione sociale». Una sentenza – annunciata da Vladimir Bilienko, avvocato dell’uomo appartenente alla ong Ovd-Info – arrivata dopo un processo lampo. Nel frattempo Moskalev è fuggito dagli arresti domiciliari ai quali era già sottoposto, togliendosi anche il braccialetto elettronico. E ora è costretto alla latitanza per sfuggire a un caso giudiziario costruito ad arte contro di lui.
La lettera di Masha al padre condannato: «Non arrenderti»
La difesa ha annunciato che farà appello contro il verdetto del tribunale. Masha, intanto, rimarrà per il momento nella struttura statale russa. Ma se ci fossero dubbi su chi dovrebbe stare con quella ragazzina finita nel tritacarne della propaganda e nelle maglie di un sistema repressivo, basterebbe leggere la lettera di Masha per capire dove la porta il cuore. E la direzione indicata non è certo quella a cui prelude questo terribile pregresso: la ragazzina potrebbe rimanere sola e nelle grinfie delle autorità ancora a lungo. Ma la piccola non sembra avere nessuna intenzione di scoraggiarsi. Anzi, nella lettera al padre scrive: «Non arrenderti. Abbi fiducia»…
«Tutto andrà bene e torneremo insieme. Sappi che vinceremo»
E ancora. «Voglio che tu non ti preoccupi. Io sto bene. Ti voglio molto bene e so che non hai alcuna colpa per nulla. Ti sosterrò sempre e qualunque cosa tu faccia va bene», ha aggiunto Masha – che verrà trasferita in un orfanotrofio dopo che quasi certamente sarà tolta la custodia al padre – nella lettera in cui disegna il simbolo della pace. Un messaggio di amore e speranza, quella della figlia per il padre, che conclude: «Tutto andrà bene e torneremo insieme. Sappi che vinceremo, che la vittoria sarà nostra, indipendentemente da quello che accade… Siamo insieme, siamo una squadra, sei il migliore. Sei forte, siamo forti, persevereremo. Sono orgogliosa di te. Non voglio scrivere di come sto, di che umore sono, non voglio darti pensieri, ma capisco che la verità amara è meglio di una dolce bugia. Ma non preoccuparti, ci vedremo e ti dirò tutto».