Nelle case popolari crollate nel terremoto di Amatrice morirono 19 persone: confermate le condanne

14 Mar 2023 20:08 - di Vittorio Giovenale
terremoto Amatrice

Confermate in Appello le condanne per il crollo delle due palazzine di edilizia popolare di Piazza Augusto Sagnotti ad Amatrice in seguito al terremoto del 24 agosto 2016, in cui morirono 19 persone. La sentenza è stata emessa dai giudici della corte di Assise di Appello di Roma.

Nelle palazzine Ater per il terremoto di Amatrice morirono 19 persone

Nella requisitoria dello scorso 7 luglio il sostituto procuratore generale Francesco Mollace aveva chiesto di confermare le condanne di primo grado. Ottaviano Boni, all’epoca direttore tecnico dell’impresa costruttrice Sogeap, era stato condannato in primo grado a nove anni e Maurizio Scacchi, geometra della Regione Lazio-Genio Civile, a cinque anni. Altri due imputati sono nel frattempo deceduti, si tratta di Corrado Tilesi, ex assessore del Comune di Amatrice. Franco Aleandri, allora presidente dell’Iacp. Per un altro degli imputati, Luigi Serafini, per via delle sue condizioni di salute i giudici hanno dichiarato il non doversi procedere per incapacità irreversibile. Per tutti gli imputati l’accusa è di omicidio colposo plurimo, crollo colposo, disastro e lesioni. In aula alla lettura della sentenza erano presenti alcuni parenti delle vittime.

L’avvocato delle vittime: “Non fu rispettata la normativa antisismica e non ci furono controlli”

«È stata scritta una pagina di giustizia e di verità da parte della Corte di Appello di Roma per tutti i familiari delle vittime che hanno compreso che la morte dei loro cari non deriva da un terremoto eccezionale, il terremoto non è stata espressione di una natura matrigna ma ci sono precise concause umane». Così l’avvocato Wania della Vigna, difensore di una quarantina di parti civili, commenta la sentenza di appello. «Le palazzine ex Ater, popolari, erano connotate da attività illecita fin dal momento della loro costruzione, quando non fu rispettata la normativa antisismica dell’epoca, nel momento in cui mancarono le verifiche, i controlli. Hanno cercato di mettere a posto le carte, senza preoccuparsi della salvaguardia di chi ci viveva. Sono morte tante persone, famiglie completamente sterminate, però oggi sanno che cosa è accaduto», conclude la legale.

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