“Fiorello giullare della Meloni”: il veleno di Luttazzi contro la telefonata del premier a “Viva Rai 2”
“Giullare della Meloni”. Fiorello non piace al comico ed editorialista Daniele Luttazzi. E men che meno gli garba “Viva Radio2”. E’ stata la presenza del presidente del Consiglio nella telefonata di pochi giorni fa a suscitare un travaso di bile al commentatore del “Fatto Quotidiano”; e a una lettrice che ha scritto una lettera indignata che Luttazzi pubblica nel suo spazio. Presa a pretesto per diluungarsi contro la comicità di Rosario Fiorello. “Caro Daniele, sono rimasta basita vedendo la gag della Meloni da Fiorello; che scherzava con lei come niente fosse, forse pensando di avere a che fare ancora con la sua baby sitter e non con la presidente del Consiglio reazionaria che stiamo imparando a conoscere”.
Veleno di Daniele Luttazzi contro Meloni e Fiorello
Luttazzi si getta a capofitto in queste parole a gettare veleno. “Leggo sulla Treccani- scrive dopo la lettera della lettrice- : “Fiorellowashing, neologismo traducibile come ‘pseudo-simpatia’: indica la strategia di comunicazione di certi personaggi delle istituzioni che fanno un’ospitata dallo showman Fiorello finalizzata a dare un’immagine di sé ingannevolmente positiva sotto il profilo dell’immagine. Allo scopo di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dagli effetti negativi delle proprie decisioni politiche. Fiorello ritagliò per se stesso questo ruolo di giullare di sistema una ventina d’anni fa”. Luttazzi offende con noncuranza il premier e il comico. Due minuti di ironia rimbalzati sui social e accolti con molto senso dell’umorismo. Eppure l’occhiuto Luttazzi ne fa un’affare di stato utile solo al suo livore antimeloniano.
Luttazzi sul “Fatto”: “Meloni va da Fiorello per darsi una patina di simpatia”
Il premier avrebbe utilizzato lo spazio di Viva Radio2 per dare un’immagine positiva di sé, come se ne avesse bisogno. E Fiorello sarebbe per lui un giullare, una sorta di buffone di corte al servizio della Meloni. “Il termine Fiorellowashing – scrive con la penna intinta nel fiele – è una sincrasi delle parole Fiorello: (il noto showman di destra, simbolo dell’intrattenimento qualunquista): e washing (lavare): richiama il verbo to whitewash (‘imbiancare’, e quindi per estensione ‘coprire, nascondere’): potrebbe pertanto essere reso in italiano con l’espressione ‘darsi una patina di simpatia andando ospite da Fiorello’. Patetica lezioncina. Il premier ha simpatie crescenti, leggere i sondaggi per credere, e il suo modo di porsi piace anche tra chi non la vota. Non ha bisogno di due minuti da Fiorello. Ha sbagliato bersaglio. Acidamente prosegue: “il termine Fiorellowashing denuncia i politici reazionari”, che intendono che, con la crescita dell’attenzione degli elettori ai temi dei diritti civili e sociali, si danno artatamente un’immagine più simpatica; presentandosi da Fiorello: pratica che potremmo definire ‘pornosimpatia’”. Ma davvero crede a quello che scrive?
Luttazzi considera idiota il pubblico di Fiirello
Non finisce qui. Luttazzi dà degli ebeti a chi segue il comico siciliano: “Il pubblico di Fiorello non percepisce il Fiorellowashing perché si fida del simpatico Fiorello, come altri bevono un certo caffè perché nella pubblicità lo beve il simpatico Brignano. Se gli indichi il Fiorellowashing, la loro tipica risposta è: ‘Ma fatti una risata!’, come non vedessero il problema”. Non sappiamo quale sia il problema di Luttazzi, se Meloni o Fiorello o entrambi. Sappiamo solo che nutre talmente tanto livore che forse uuna risata potrebbe fargli bene.