Fibromialgia: al via l’iter in Senato per riconoscerla (finalmente) come malattia invalidante
“Con l’incardinamento in commissione Salute al Senato del ddl di Fratelli d’Italia sul riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante, previsto per martedì prossimo alle 14, si compie un fondamentale passo per lo sterminato mondo dei malati di fibromialgia. A chi soffre di questa patologia, fino ad oggi, non sono stati riconosciuti in modo uniforme diritti fondamentali, a partire da quello ad essere curati. FdI aveva iniziato la battaglia nella scorsa legislatura e ora, grazie alla sensibilità del presidente Zaffini nonché dei senatori di FdI della X commissione, si potrà svolgere un grande cammino di speranza fino al riconoscimento di questa malattia da parte del nostro sistema sanitario”. Così in una nota il gruppo FdI al Senato.
“A chi soffre di questa patologia – dice Andrea De Priamo, primo firmatario di uno dei tre ddl sulla fibromialgia presentati da Fdi – fino ad oggi, non sono stati riconosciuti in modo uniforme diritti fondamentali, a partire da quello ad essere curati. FdI aveva iniziato la battaglia nella scorsa legislatura e ora, grazie alla sensibilità del presidente Zaffini nonché dei senatori di FdI della X Commissione, si potrà svolgere un grande cammino di speranza fino al riconoscimento di questa malattia da parte del nostro sistema sanitario”.
la fibromialgia è una patologia reumatica extra-articolare, riconosciuta dall’OMS nel 1992, caratterizzata non solo da dolore muscolo-scheletrico diffuso, ma anche da profondo affaticamento e da numerose altre manifestazioni cliniche a carico di diversi organi e apparati. La malattia ha comunque una prognosi benigna, ossia non è degenerativa o fatale. In Italia ha un’incidenza fra il 2% e il 4% della popolazione e colpisce principalmente le donne in età fertile e lavorativa.
La fibromialgia in Italia non è inclusa negli elenchi ministeriali delle patologie croniche e non è dunque inserita nei LEA, livelli essenziali di assistenza. Ciò significa che i pazienti non hanno diritto all’esenzione da ticket per prestazioni specialistiche, farmaci o qualsiasi forma di terapia