Un lettore del “Fatto” chiede le dimissioni di Travaglio: “Troppo filo-russo”. E lui cita Massimo Troisi…

24 Feb 2023 9:41 - di Monica Pucci

La lettera arriva oggi, nel giorno in cui Marco Travaglio annuncia, in prima pagina, l’uscita del suo ultimo libro “Scemi di guerra“, nel quale pontifica sugli errori commessi da tutti sulla gestione dell’invasione russa e fornisce lui la soluzione per un percorso di pace, che ovviamente passa per l’accettazione della vittoria di Putin. Un lettore, nella rubrica della posta, gli fa notare che la sua linea filo-russa non rappresenta quella della maggioranza degli italiani e tantomeno dei suoi lettori.

La lettera al direttore: “Dimettiti e libera il giornale”

“Caro ‘Fatto Berlusconiano’, il vostro direttore ha perso un’altra occasione per tacere scrivendo oggi l’ennesimo editoriale della vergogna. Secondo lui sarebbe dovuto intervenire addirittura Mattarella per mettere in riga Zelensky, che ha la sola colpa di difendere il suo popolo da un’aggressione aberrante e contraria al diritto internazionale. Ci si lamenta delle supposte ingerenze ucraine senza dire una parola sulle vere ingerenze russe. Un giornalista serio (il Travaglio di una volta) si sarebbe chiesto se, per caso, Berlusconi è ricattabile, visti i suoi rapporti con Putin. La verità è che il Fatto tornerà credibile solo con le dimissioni di Marco Travaglio. Non c’è alternativa”, è la missiva firmata da un lettore, che definisce però “lettori” del Fatto, gli altri, in questa fase di “putinismo” del direttore.

Travaglio cita Massimo Troisi: “Ora me lo segno”

Marco Travaglio replica con ironia: “Mo’ me lo segno”, scrive, citando una battuta di Massimo Troisi nel film “Non ci resta che piangere”, quando dal balcone risponde a Savonarola che gli intima di ricordarsi “che deve morire”.

Divertente, certamente più dell’incipit del libro di Travaglio pubblicato oggi sul Fatto. “Gli scemi di guerra siamo tutti noi cittadini italiani ed europei che, a parte rare eccezioni (come la manifestazione del 5 novembre 2022 in piazza San Giovanni a Roma), non ci siamo ancora ribellati a questa propaganda, sempre più tragicomica a mano a mano che i sondaggi fotografano la realtà: un Paese in gran parte pacifista tenuto in ostaggio da politici e opinionisti… No Pax… Tutti impegnati in una mission impossible: giustificare l’ingiustificabile per trascinarci in una guerra per procura, nata come conflitto regionale, che lorsignori hanno trasformato in conflitto mondiale al fianco di un Paese che non è nostro alleato né nell’Ue né nella Nato….”.

Punti di vista, ma anche qui Troisi ci starebbe bene, “Non ci resta che piangere…”.

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