Scholz sconfitto a Berlino, Macron assediato a Parigi: l’asse franco-tedesco è una “ciofeca”
Male, anzi malissimo, per Olaf Scholz. Le elezioni bis nel voto regionale di Berlino (le elezioni del 2021 furono annullate per gravissime irregolarità) hanno infatti registrato un brusco calo dei consensi per l’Spd. Tre punti in meno rispetto a due anni fa, che pure rappresentava il peggior risultato di sempre ottenuto nella capitale tedesca. I socialdemocratici del cancelliere rischiano di finire addirittura solo terzi dopo la Cdu, che avanza di quasi 10 punti, toccando quota 28 per cento, e i Grünen, che stazionano intorno al 19. A sinistra cala anche Linke (dal 14,1 al 12,5) mentre guadagna oltre un punto la destra radicale di AfD (dall’8 al 9,3 per cento).
L’Spd di Scholz superata dai Verdi nella capitale tedesca
Il borgomastro (il sindaco) resterà in quota allo schieramento progressista, ma è probabile che il partito di Scholz dovrà cedere il passo ai meglio piazzati ecologisti. Uno smacco per lui. Volgendo lo sguardo dall’altra parte dell’Europa, non sta messo meglio di lui Emmanuel Macron, alle prese con una riforma delle pensioni che rischia di togliergli, oltre al sonno, anche la maggioranzaparlamentare. Le difficoltà interne dei governi di Berlino e di Parigi potrebbero anche spiegare l’attivismo dei rispettivi leader sul fronte Ue. Del resto, scacciare con la politica estera le rogne dell’agenda interna non è prerogativa esclusiva dei generali sudamericani.
Il presidente francese in difficoltà sulla riforma pensionistica
La differenza è che Macron e Scholz non architettano aggressioni (e meno male) ma dispensano inviti a cena, il più recente a Volodymyr Zelensky, con il chiaro obiettivo di dimostrare che assi della trasferta come loro in Europa non ce n’è. Vero. Peccato solo che entrambi si trasformino in autentici brocchi quando si tratta di esibirsi davanti al pubblico di casa. In questo caso solo fischi – è il caso di Macron – o fiaschi (elettorali) – nel caso di Scholz. Lo tengano bene in mente anche gli esterofili di casa nostra. Gli stessi che in questi giorni hanno magnificato l’asse franco-tedesco contrapponendogli l’Italia di Giorgia Meloni, descritta come negletta e isolata. Forse sarebbe il caso di rettificare il tiro. Non fosse altro perché la somma di due debolezze non dà mai una forza.