Contrada sarà risarcito per ingiusta detenzione. L’ex Sisde: “Nulla può rimediare al male subìto”
Caso Contrada, arriva la sentenza che cambia tutto. Dopo trent’anni di processi oggi la prima sezione della Corte d’Appello di Palermo ha accolto la domanda di riparazione per ingiusta detenzione formulata dall’ex numero due del Sisde. L’indennizzo ammonta a 285.342 euro. Bruno Contrada sarà risarcito per l’ingiusta detenzione subita. Anche se l’entità dell’indennizzo sarà inferiore alle richieste, ovvero pari a 285.342 euro. Arriva finalmente una “riparazione”, anche se parziale, per l’ex numero due del Sisde che fu condannato ingiustamente a dieci anni di carcere ( la sentenza diventò definitiva nel 2007) con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
Caso Contrada, si sono susseguiti verdetti e impugnazioni
Contrada è oggi novantenne. Lo scorso 25 giugno la Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso dell’avvocato Stefano Giordano, aveva annullato con rinvio l’ordinanza con la quale la Corte d’Appello di Palermo aveva rigettato la domanda di riparazione per ingiusta detenzione formulata nell’interesse di Bruno Contrada “per la pena sofferta con effetto della sentenza dichiarata ineseguibili e improduttiva di effetti penali dalla Cassazione del 2017”. Nel gennaio 2021 la Cassazione aveva annullato con rinvio l’ordinanza di risarcimento della Corte d’Appello di Palermo che aveva riconosciuto all’ex 007 la riparazione per ingiusta detenzione, quantificandola in 667.000 euro. Dopo il no dei giudici di Appello, dunque, lo scorso 15 dicembre la questione è stata affrontata nuovamente dai giudici d’Appello, che hanno rivalutato il ricorso presentato dall’avvocato Stefano Giordano. Dopo la prima bocciatura, il legale aveva contestato violazione “per ben due volte il giudicato della Corte Europea, su cui il giudice interno non ha alcun margine di discrezione”. Nel 2015 la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo aveva condannato lo Stato italiano a risarcire Contrada per danni morali.
Contrada: “Per ogni giorno di privazione di libertà lo Stato mi dà 97,70 centesimi”
“Non c’è somma che possa riparare e rimediare o risarcire il male che mi è stato fatto. Per i 30 anni di sofferenza che ho subito”. Parla in una intervista all’Adnkronos Contrada, l’ex dirigente del Sisde ed ex capo della Squadra mobile di Palermo che commenta così la decisione della Corte d’Appello di Palermo di accogliere la richiesta di riparazione per ingiusta detenzione. “Per ogni giorno di privazione di libertà lo Stato mi dà 97,70 centesimi. Io ho fatto 2.920 giorni, cioè otto anni, di privazione della mia libertà perché mi hanno condonato due anni di buona condotta”. “Premesso che non esiste somma sufficiente a ristorare e risarcire il danno che mi è stato provocato in più di 30 anni di sofferenza subita ingiustamente- prosegue Contrada, oggi novantenne costretto a vivere con il respiratore – a meno che un governo non intenda fare una nuova finanziaria per me. Premesso questo: lo Stato, e nel caso specifico, la magistratura, ritiene che ogni giorni di mia privazione di libertà può essere riparata con la somma di 97 euro e 70 centesimi, per 2.920 giorni di privazione di libertà, corrispondente a 96 mesi…”. E conclude: “Intelligenti pauca… non aggiungo altro”.
Un calvario giudiziario
Il calvario giudiziario di Contrada iniziò il 24 dicembre del 1992. Al tempo dirigente del Sisde, venne arrestato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Fu condannato a dieci anni di carcere, ma la Corte europea dei diritti dell’uomo dichiarò illegittima la sentenza e condannò lo Stato italiano a risarcire l’ex 007. In forza di questa pronuncia la Cassazione dichiarò improduttivo di effetti il verdetto di condanna. Sulla richiesta di riparazione per ingiusta detenzione si sono nel tempo susseguiti verdetti e impugnazioni, fino alla decisione di oggi con cui la richiesta di risarcimento è stata accolta, seppur in maniera parziale.