Blitz nei boschi dello spaccio a Varese: nella sparatoria muore un uomo, indagato un carabiniere
Un carabiniere è indagato per l’omicidio di un uomo il cui cadavere è stato trovato, ieri sera, in un dirupo nei boschi di Castelveccana, in provincia di Varese.
Il militare, un sottufficiale, secondo la ricostruzione della Procura di Varese ha sparato ieri pomeriggio durante un’operazione antidroga ritenendosi di fronte a persone armate. La vittima, non ancora identificata, è un uomo di 30-40 anni, probabilmente di origini nordafricane
Come ha ricostruito in una nota la Procura di Varese, ieri notte è arrivata una telefonata anonima che segnalava la presenza di un cadavere nel bosco di Castelveccana, noto punto di ritrovo degli spacciatori della zona.
La Procura di Varese ricostruisce i fatti
La vittima presentava una ferita d’arma da fuoco nella zona lombare destra. «Dopo l’intervento sul posto dei Vigili del fuoco, del 118 e dei Carabinieri, estratto il corpo da un dirupo – fa sapere la nota – è emerso che proprio in zona, nel pomeriggio della stessa giornata, era stato svolto un servizio da parte dei Carabinieri per il contrasto allo spaccio e che, in quell’occasione, un sottufficiale dell’Arma aveva esploso alcuni colpi di arma da fuoco, ritenendo di trovarsi al cospetto di persone armate».
«Tale dato, come detto emerso successivamente, a prescindere dall’effettiva addebitabilità della ferita riscontrata sul corpo dello sconosciuto al colpo esploso dal militare – fa sapere la Procura della Repubblica di Varese in una nota – fa sì che quest’ultimo debba considerarsi indagato del delitto di omicidio, ad ogni fine procedimentale ed allo stato. Saranno svolte tutte le attività di indagine utili a chiarire la dinamica dei fatti, inclusi accertamenti tecnici per la verifica della traiettoria e della tipologia del proiettile che ha attinto il corpo, non potendosi allo stato escludere qualsiasi ricostruzione alternativa rispetto alla responsabilità del militare».
Boschi della droga: dove agiscono i pusher
Il fenomeno dello spaccio nei boschi è iniziato negli anni duemila, alla periferia di Milano per poi espandersi verso nord sulle varie direttrici, fino a lambire il confine con la Svizzera. Come riporta Saronno News “da Cadegliano Viconago al Brinzio, dai boschi di Cantello a quelli di Tradate, da Carnago a Vergiate e giù fino alle aree boschive attorno a Malpensa, Castellanza, Rescaldina, Uboldo, Cislago non c’è zona che si salvi dalle organizzazioni criminali (marocchine, perlopiù) che spacciano droga grazie anche ad un numero di clienti (italiani) che non solo ne giustifica la presenza ma che spinge sempre più in alto l’asticella dello scontro tra bande rivali”.