Suicidio assistito, “Ditelo sui tetti”: “Cure palliative contro il macabro ‘ponte’ con la Svizzera”
“Alla cultura della morte rispondiamo con le palliative: la vita è l’unico jolly”. Così Francesco Napolitano, Presidente dell’Associazione Risveglio, attiva nel delicato contesto delle Gravi Cerebrolesioni Acquisite (GCA) e membro del network associativo ‘Ditelo Sui tetti’; e Domenico Menorello, coordinatore della stessa Agenda Sui Tetti, replicano all’annuncio dell’associazione Coscioni di altri due italiani che si preparano ad andare in Svizzera nelle prossime settimane per ottenere aiuto medico alla morte volontaria.
Le cure palliative, alternativa di civiltà al suicidio assistito
“Più che parlare di assumersi la responsabilità di nuove azioni di disobbedienza civile, ci sembra che questo ‘ponte’ con la Svizzera porti in grembo solo il totale disprezzo per la vita fragile – osservano – cui propone solo di essere abbandonata. Di contro, una deriva del genere non fa altro che offuscare le vere alternative al suicidio assistito: il riferimento è alle cure palliative, autentica forma di civiltà rispetto alla macabra scorciatoia rappresentata dalla cultura dello scarto. Di fatto promossa da chi ritiene che sia sufficiente sventolare genericamente più diritti per migliorare le fasi della vita di cittadini e di cittadine”.
Menorello e Napolitano: cambio di passo nella Finaziaria
Ma qualcosa si sta muovendo: “Sulla cura per la vita fragile c’è stato finalmente un cambio di passo- affermano Napolitano e Menorello- : l’art. 1, comma 84, della legge di bilancio pretende che le cure palliative diventino in pochi anni accessibili a tutti. La rete “Sui tetti” continuerà a farsi promotrice del potenziamento delle cure palliative, tanto nelle sedi governative competenti quanto nelle piazze del Paese, per dire no alla cultura della morte”.