Stupro di Milano, Lucarelli e Apolloni: «Lei era consenziente. Fu una serata molto goliardica»
«La ragazza è sempre stata consenziente»: è questa la linea difensiva adottata da Mattia Lucarelli e Federico Apolloni, indagati per violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa americana di 22 anni. I due calciatori si trovano ai domiciliari, mentre altri tre giovani coinvolti nell’inchiesta sono solo indagati, poiché erano presenti, ma non avrebbero partecipato allo stupro. Lucarelli, accompagnato anche dal padre, l’ex calciatore Cristiano, oggi è stato interrogato dal gip Sara Cipolla per circa 90 minuti, così come Apolloni. A riferire l’esito dell’interrogatorio è stato l’avvocato, Leonardo Cammarata. «La ragazza è sempre stata d’accordo», ha detto il legale, aggiungendo che i due arrestati «hanno spiegato il clima della serata, un clima molto, molto goliardico». Il legale ha chiesto la revoca dei domiciliari, sulla quale il giudice si è riservato.
La versione di Lucarelli e Apolloni: «Nessuno stupro, fu una serata goliardica»
Dunque, secondo la difesa, la sera tra il 26 e il 27 marzo dello scorso anno, non si sarebbe consumato alcuno stupro e non vi sarebbe nulla di cui rammaricarsi se non «le parole offensive e volgari rivolte a quella ragazza straniera», per le quali, ha riferito ancora l’avvocato Cammarata, Lucarelli e Apolloni si dicono «pentiti». Il legale, inoltre, ha riferito che i due calciatori hanno vissuto come «una liberazione poter raccontare» la loro versione di quanto accaduto quella sera, quando hanno dato un passaggio alla 22enne e, invece di portarla a casa, l’hanno portata in un appartamento in zona piazzale Libia, nel quale poi si sono consumati i rapporti sessuali che la ragazza ha vissuto come stupro e Lucarelli e Apolloni come goliardata.
La difesa punta sul video cancellato
L’avvocato, inoltre, ha affermato che un video, realizzato con un cellulare, e poi cancellato per non farlo trovare alla fidanzata potrebbe essere l’elemento difensivo di punta. Del video hanno parlato entrambi i calciatori durante l’interrogatorio di garanzia di oggi e la pubblica accusa, i pm Alessia Menegazzo e Letizia Mannella, «ha preso nota e faranno accertamenti, senza clamore mediatico. Sul famoso video “cancellato” verranno fatti accertamenti informatici». «Abbiamo i video, nel bene e nel male, e questi restituiscono il contesto completo», ha spiegato l’avvocato Cammarata, dicendosi «soddisfatto del “supplemento” di indagini che la procura è pronta a fare sul caso» e chiarendo di aver chiesto anche «una rilettura più approfondita delle trascrizioni (la studentessa americana non parla italiano, ndr) che in alcuni punti risulterebbe incomprensibile e anche altre cose su cui preferisco non riferire visto che questi accertamenti vanno fatti senza clamore mediatico».
La vittima: «Ho continuato a dire no, che non volevo»
Alcuni giorni fa a essere sentita dagli inquirenti era stata la vittima. La ragazza ha riferito di una situazione che, benché supportata da ricordi frammentari, nel suo racconto appariva tutt’altro che goliardica. «Mi sono sentita sporca, ho sentito il mio corpo come se non fosse il mio. Io voglio essere sicura al cento per cento di quello che faccio, perché quello che faccio, quello che dico, è la verità», ha detto la ragazza durante l’incidente probatorio. Della violenza «posso avere solo dei flash, dei piccoli flash di quello che è successo. Quindi l’ultima cosa che ricordo è che loro mi hanno detto di sedermi sulla poltrona, che ero nuda. (…) Quando ho compreso quello che stava succedendo, io ero rimasta congelata, cioè ero congelata, ero un attimino atterrita. (…) Io gli ho detto che ho un ragazzo, ho detto di no e che questo non poteva succedere perché ho detto di no», ha raccontato la giovane, ribadendo che «ho continuato a dire di no». «Erano cinque, quindi ero abbastanza spaventata. Ho un ricordo che loro erano in cinque», ha proseguito, aggiungendo di aver detto «chiaramente di non volere avere un rapporto sessuale».