Nuova provocazione di Mosca: “Catturati missili italiani che useremo contro l’Ucraina”
Nuova provocazione russa all’Italia. L’ambasciata di Mosca ha parlato della “cattura” di “missili Milan di fabbricazione italiana” destinati all’esercito ucraino. “Per fortuna ora sono in buone mani”, ha commentato l’ambasciata, sottolineando che “secondo i dati dell’Europol, molte armi della Nato, fornite al regime di Kiev, finiscono sul mercato nero e vengono rivendute alle organizzazioni criminali in Europa e altrove”.
Mosca provoca sui missili italiani
Contro il supporto alla difesa di Kiev da parte dell’Occidente si è scagliato anche l’ex presidente russo Dmitry Medvedev, attualmente vice-presidente del Consiglio di sicurezza, che è tornato sulla possibile minaccia di una “guerra nucleare” in caso Mosca perdesse il conflitto. “La sconfitta di una potenza nucleare in una guerra convenzionale potrebbe provocare una guerra nucleare”, ha scritto Medvedev su Telegram.
Le accuse sulle mine italiane, smontate dal ministro Crosetto
Le foto dei missili sono solo l’ennesimo capitolo di una serie di provocoazioni lanciate dall’ambasciata russa all’Italia attraverso i suoi social dall’inizio della guerra. Per ultime, ci sono state le accuse sulle mine italiane piazzate in Ucraina come “souvenir”, liquidate come una fake news dal ministro della Difesa Maurizio Crosetto. Ancora prima, a tre giorni dalle elezioni a settembre erano stati pubblicati una serie di scatti che ritraevano il presidente Putin insieme a quasi tutti i leader politici italiani, da Salvini a Conte, da Letta a Berlusconi. E poi ancora, l’immagine di un blindato distrutto in Ucraina, secondo i russi un Lince italiano.
La nuova frecciata social nei confronti dell’Italia giunge poi all’indomani delle dichiarazioni del ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, che si è detto “sorpreso” per una “Italia tra i leader nel fronte anti-russo”, alimentando le tensioni diplomatiche tra i due Paesi. “Non siamo il fronte antirusso, è la Russia che ha fatto il fronte anti Occidente perché invadendo l’Ucraina ha fatto una scelta violando il diritto internazionale”, ha replicato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Noi difendiamo il diritto internazionale, difendiamo le regole, difendiamo un Paese democratico. Nessuno ci impone niente, siamo un Paese libero e democratico, dove c’è un parlamento che decide le cose da fare”