Nordio: «L’azione del governo contro la mafia sarà forte, omogenea e incondizionata»

18 Gen 2023 12:23 - di Fulvio Carro
nordio

«Non sarà mai abbastanza ribadito che non vi saranno riforme che toccheranno le intercettazioni su mafia e terrorismo». Lo ha detto il ministro Carlo Nordio, in Aula al Senato, nella sua Relazione sull’amministrazione della Giustizia. «L’attività del governo nel contrasto alla mafia sarà forte, omogenea, duratura e incondizionata». L’arresto di Matteo Messina Denaro «è un’operazione il cui merito va diviso tra la magistratura e forze dell’ordine, e tra questo governo e quelli precedenti». Il ministro ha espresso l’auspicio che «la gioia per questa grande operazione sia condivisa da tutte le forze politiche».

Nordio e le intercettazioni

«C’è una profonda differenza tra le intercettazioni che mirano alla ricerca di una prova e quelle che si vuole siano una prova. E quando si dice che i mafiosi non parlano per telefono», ha spiegato, «si allude al fatto che nessun mafioso abbia, ritengo, manifestato al telefono la volontà di delinquere o espresso parole che costituiscano prova di un delitto in atto o programmato. Quello cui servono le intercettazioni sono i movimenti delle persone sospettate di mafia, terrorismo e altri reati gravissimi. Quello che serve è la capacità di comprendere quali sono i rapporti occulti che legano queste persone ad altre. Anche quelle preventive sono indispensabili», ha continuato Nordio. «Altra cosa sono le intercettazioni che riguardano persone che non sono indagate né imputate. E che attraverso un meccanismo e perverso, costosissimo, di diffusione pilotata finiscono sui giornali».

Garantismo e certezza della pena

Il ministro tocca un altro punto importante. «Il nostro fermo proposito è di attuare nel modo più rapido ed efficace il garantismo del diritto penale. Realizzeremo la tutela della presunzione di innocenza della persona, assicurandone la dignità e l’onore durante le indagini e il processo. E parallelamente», ha specificato Nordio, «assicureremo la certezza della pena. Una pena che non coinciderà sempre e solo con il carcere. Ma che sarà comunque afflittiva, certa, rapida, proporzionata, e orientata al recupero del condannato, secondo il nostro dettato costituzionale».

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