Pedrizzi: “Per le banche un anno record: rinuncino alle commissioni sui Pos. Bankitalia, sto con Fazzolari”

6 Dic 2022 13:26 - di Monica Pucci

“Il dibattito sul Pos, in Italia, risulta surreale se si considera quanto accade in altri Paesi europei e il momento particolarmente favorevole che vivono i grandi gruppi bancari. E’ chiaro che l’unico modo per affrontare il tema del contante e dell’evasione fiscale in Italia è quello di convincere le banche a rinunciare alle commissioni e alle spese di gestione dei Pos per i piccoli esercenti del terziario, che ogni anno pagano – fonte Confesercenti – una tassa occulta di 752 milioni di euro per le transazioni di piccolo taglio, mentre le banche italiane nell’ultimo anno hanno toccato punte record di redditività senza abbassare i costi per i clienti e usufruendo anche del rialzo dei tassi di interesse su prestiti e mutui a cittadini e imprese”. Lo dichiara Riccardo Pedrizzi, già presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato a proposito delle polemiche sui contanti, il Pos e Bankitalia di questi giorni.

Il governo Meloni e le giuste decisioni su Pos e contanti

“Il governo Meloni rivendica la legittima e giusta linea politica sui limiti al Pos e l’incentivazione dei contanti, non lesinando osservazioni sul ruolo di Bankitaia: è chiaro che la posizione del sottosegretario Fazzolari non aveva alcuna finalità di attentare all’autonomia della banca centrale, semmai a rilevare la sua funzione di faro e riferimento etico per tutto il sistema bancario affinché svolga il ruolo sociale di sostegno all’economia del Paese. Anche sulle commissioni da abolire, è giusto che Bankitalia partecipi, con il governo, e nell’interesse dei cittadini, ad esercitare una forte ‘moral suasion” sugli istituti di credito affinché intervengano eliminando di propria iniziativa i costi almeno per le piccole transazioni che spesso annullano i guadagni per i commercianti, come su bolli, tabacchi, frutta, benzina, giornali, prodotti da bar – prosegue Pedrizzi – Se le banche non volessero rispondere alle sollecitazioni, non ci sarebbe altra strada che intervenire fiscalmente sulle banche con criteri di equità e di giustizia”.

Pedrizzi: “L’Italia guardi ad altri Paesi, come la Spagna”

“In altri Paesi, molti governi hanno deciso di tassare gli extraprofitti non dei grandi gruppo energetici ma proprio delle banche, per finanziare i sostegni ai cittadini. Ma l’esempio più illuminante arriva dalla Spagna, dove dal luglio scorso è stata proposta una tassa non sugli utili delle banche ma sui ricavi derivanti da commissioni e spese imposte ai cittadini, peraltro solo agli istituti di credito con un fatturato superiore agli 800 milioni di euro per non penalizzare le piccole banche. La strada da seguire è questa: convincere le banche a togliere le commissioni che penalizzano e spesso vessano i risparmiatori”.

I guadagni da record delle banche italiane anche sulle commissioni

Pedrizzi ricorda che nel 2022 i sei colossi del sistema creditizio italiano quotati in Borsa non hanno subito alcun rallentamento dalla crisi economica generale, anzi, al settembre scorso si parlava di utili intorno a diverse centinaia di milioni di euro netti tra i colossi come Unicredit, San Paolo, Bpm, Bper e le maggiori banche in rete: dal 2007 al 2021 per le banche italiane i ricavi addizionali arrivati dalle commissioni sono saliti di un miliardo di euro tanto da portare l’indice commissionale al 47% dei ricavi totali contro il 36% di 15 anni prma (fonte Excellent Consulting).
“Se a questo si aggiungono le tante operazioni di buyback che le banche hanno realizzato nell’ultimo anno e la distribuzione massiccia di dividendi agli azionisti, che la stessa Bce ha consigliato di calmierare e di limitare (Unicredit 1,5 miliardi di euro, Intesa San Poalo 1,6 rispetto agli 885 milioni del 2021), il quadro che ne deriva è quello di un Paese a due velocità, nel quale i piccoli commercianti vengono prosciugati anche nei piccoli incassi mentre le grandi realtà creditizie macinano utili sempre maggiore. Ed è su questa linea grigia e delicatissima che il governo Meloni dovrebbe operare, in collaborazione con Bankitalia, con scelte politiche in grado di tenere insieme i due settori, consumi e credito”, conclude Pedrizzi.

 

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