G20, Meloni unico premier donna. «Siamo nella tempesta, non ci facciamo intimidire»

15 Nov 2022 8:38 - di Federica Parbuoni
meloni g20

Con l’intervento nella sessione di lavoro plenaria “Food and Energy e Security” si aperta la partecipazione del premier Giorgia Meloni al G20 di Bali. Alle sette di stamattina, ora italiana, le 14 in Indonesia, Meloni è poi intervenuta sul tema “Health”. Sono però gli appuntamenti bilaterali a essere considerati il cuore di questa giornata: il premier incontrerà il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan e il presidente indonesiano Widodo. Fuori programma, poi, Meloni ha avuto un breve scambio con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, incontrato a margine dei lavori. Scholz si è avvicinato per un saluto, durante il quale i due leader si sono scambiati qualche battuta. Anche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, pure lui presente a Bali, ha in agenda alcuni bilaterali, in particolare con la direttrice del Fmi Kristalina Georgieva e con il segretario al Tesoro Usa, Janet Louise Yellen.

Meloni unico capo di governo donna a Bali

Georgieva è una delle sole quattro donne presenti al tavolo del summit, che vede la partecipazione di 41 leader. Le altre sono la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, la direttrice generale dell’Organizzazione mondiale del commercio, Ngozi Okonjo-Iweala, e la stessa Meloni, unico capo di governo donna al G20. Nel suo primo intervento il premier, ringraziando il presidente Widodo per la sua guida abile, ha sottolineato come il G20 quest’anno abbia dovuto navigare «in acque tempestose». «Quando l’Indonesia ha assunto la presidenza del G20 era impossibile prevedere che la Russia avrebbe invaso l’Ucraina e il devastante impatto che ciò avrebbe avuto sull’ordine mondiale e sulle nostre economie. Nonostante le difficoltà, oggi siamo qui», ha sottolineato Meloni, chiarendo che «per riuscire nella sua missione, il G20 deve avere il coraggio di confrontarsi con le sfide più difficili in agenda, a partire dalle conseguenze del conflitto ucraino in ambito economico, energetico e alimentare che stanno investendo tutti e stanno senza dubbio colpendo in maniera preponderante i Paesi in via di sviluppo».

Dalla guerra «impatto devastante»

Meloni ha parlato dell’«impatto devastante» avuto dalla guerra sull’«ordine mondiale e sulle nostre economie» e sulle «regioni più vulnerabili» dove «la malnutrizione sta peggiorando e diverse popolazioni rischiano la fame». «In questo contesto, le esportazioni di grano dall’Ucraina rimangono cruciali», ha ricordato, aggiungendo che «l’Italia sostiene gli sforzi della comunità internazionale per assicurare che il flusso di grano attraverso il Bosforo continui e sostiene altre iniziative simili, come le “Solidarity Lanes” dell’Unione europea».

L’energia non sia più «usata come arma»

Sul fronte energetico, poi, se la guerra «ha certamente contribuito ad aggravare la crisi energetica globale», ha anche «finalmente posto in evidenza i tanti errori commessi, almeno dall’inizio del Millennio, nelle politiche energetiche e nei rapporti tra Paesi produttori e Paesi consumatori». Per questo «dal dramma della crisi energetica può emergere, per paradosso, anche l’opportunità di rendere il mondo più sostenibile e costruire un mercato più equilibrato, nel quale gli speculatori abbiano meno influenza e i Paesi fornitori abbiano meno opportunità di usare l’energia come un’arma contro altri Paesi».

È accaduto l’impensabile, «ma non abbiamo permesso a nessuno di intimidirci»

«L’anno scorso a Roma – ha proseguito il premier italiano – nessuno avrebbe pensato che si sarebbe arrivati a questo, con la guerra, la crisi alimentare e l’emergenza energetica. Ma non abbiamo permesso a nessuno di intimidirci. Abbiamo reagito e abbiamo continuato a lavorare insieme. Non solo su energia e cibo, ma anche su tante altre sfide: la difesa dell’ambiente, il contrasto ai cambiamenti climatici, infrastrutture più efficienti, un’istruzione di qualità, assistenza sanitaria per tutti. Le generazioni future – ha concluso Meloni – meritano un mondo migliore e tutti noi abbiamo il dovere di lavorare in questa direzione».

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