Business sui morti di Covid: all’obitorio mazzette per vedere il proprio caro per l’ultima volta

29 Nov 2022 9:03 - di Eugenio Battisti

Un ignobile business sui morti di covid. Prendevano le mazzette dalle pompe funebri, lucravano sul dolore dei famigliari delle vittime chiedendo soldi perché potessero salutare per l’ultima volta i propri cari. E poi, squallore dello squallore, investivano le banconote del pizzo (di solito 50 euro a “a morto”) in benzina e cialde per le macchinette del caffè. Succedeva nel 2020, nel pieno della pandemia, nell’ospedale di Saronno, in provincia di Varese. Già al centro di inchieste giudiziarie che nel 2016 portarono all’arresto (e poi alla condanna dell’ergastolo) l’ex vice primario del Pronto soccorso Leonardo Cazzaniga. Condannato per aver somministrato farmaci letali ai pazienti insieme all’infermiera amante.

Il business dei morti di covid all’ospedale di Saronno

Ora una nuova indagine dei carabinieri, scattata grazie alla denuncia di un direttore medico  dell’ospedale, Roberta Tagliaboschi. Culminata, per ora, con due arresti e otto misure interdittive. A lucrare sui decessi per covid, come ricostruisce il Corriere della Sera,  una parte del personale addetto all’obitorio dell’ospedale, e quattro imprenditori del settore funebre. La dottoressa che ha avuto il coraggio di denunciare aveva saputo da un collaboratore di giri sporchi intorno alla camera mortuaria. Le indagini hanno scoperchiato un collaudato sistema di corruzione, aggravato dalla naturalezza con la quale i sanitari dell’ospedale di Saronno conduceva le “operazioni”.

Le mazzette dalle pompe funebri e il tariffario

Dinanzi a ogni cadavere si attivavano puntualmente per guadagnarci sopra approfittando dello smarrimento e del dolore dei parenti. Che, a causa dell’isolamento, non potevano neppure assistere i familiari moribondi. Come si muovevano i criminali? Dirigevano i familiari, che chiamavano per sapere come comportarsi, sempre dalle solite identiche pompe funebri. Che si aggiravano intorno all’ospedale come famelici avvoltoi. “Sollecitando” i morti, come emerge dalle intercettazioni. Il tutto corredato da liti per guadagnare di più per le “fatiche”.

La cassa comune per le sigarette e le pizze in compagnia

Aiutare a caricare la bara sul furgone quando pioveva per esempio faceva guadagnare 20 euro in più. Sempre dalle inchieste, ancora in corso, risulta una ‘cassa comune’ con gli introiti del traffico. Un fondo per farsi insieme una pizza o comprarsi stecche di sigarette. Oltre al business sui morti emergono altri reati da parte degli ‘impeccabili’ operatori sanitari. Colleghi d’accordo tra loro si timbravano il cartellino a vicenda per “coprirsi” a vicenda e poter svolgere un secondo lavoro in nero. Certificati falsi di malattia da parte dei medici di famiglia e molto altro.

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