Santoro: «Non ho votato, e ne soffro. Ma i leader di sinistra sono troppo lontani dal popolo»
«Non ho votato, faccio parte di quella parte della società che non ha votato. È la prima volta in vita mia, e per uno come me, che ha il voto stampato come un tatuaggio sulla pelle, è stata una sofferenza indicibile». A raccontarlo è stato Michele Santoro, dando voce a quanti da sinistra hanno disertato le urne nell’impossibilità di riconoscersi nei partiti della sinistra e nella loro leadership.
Santoro: «Non ho votato, è stata una sofferenza indicibile»
Ospite di Facciamo finta che, il programma di Maurizio Costanzo e Carlotta Quadri in onda su R101, dove ha presentato il suo ultimo libro Non nel mio nome, Santoro ha ribadito più volte la pena di aver dovuto cedere all’astensione. «È stato insopportabile anche per me non votare. Però – ha chiarito – era il mio modo di manifestare una distanza da questa scissione che c’è tra l’élite e il popolo, che alla fine porta la Meloni a vincere. Perché la Meloni – ha proseguito – assomiglia di più a quelli che non votano rispetto alla leadership di sinistra fatta da persone che si lavano le mani tutte le mattine per bene, se le lavano più volte al giorno, ma non se le sporcano mai mettendole nella realtà».
L’accusa ai leader della sinistra: «Troppa distanza tra elite e popolo»
«Adesso – ha poi aggiunto il giornalista – siamo frastornati dal fatto che questo voto ci presenta una sinistra sconfitta, quasi umiliata, però smaltiti questi primi giorni al tappeto ci rialzeremo e cominceremo piano piano a tirare con i nostri guantoni di nuovo sul sacco e torneremo a essere competitivi. Io – ha concluso – credo che la bandiera dell’uguaglianza tornerà a sventolare».