L’Agcom censura Damilano e lo obbliga a scusarsi per il vergognoso monologo sui “fascisti” di Henri-Lévy

21 Set 2022 20:55 - di Leo Malaspina

Quella puntata del 19 settembre de “Il Cavallo e la Torre”, condotta da Marco Damilano, con l’intervista-monologo del filosofo comunista Bernard Henri-Lévy sull’allarme dei “fascisti del centrodestra, Meloni e Salvini”, pagina nera della Rai in tempi di par condicio, finisce nel mirino dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni per mancanza assoluta di contraddittorio, come denunciato sia dall’Usigrai che dalle forze del centrodestra. 

Damilano e la figuraccia del monologo sul “fascismo”

Il Consiglio dell’Agcom, oggi, tra le altre questioni relative al rispetto della par condicio, “ha anche esaminato le segnalazioni relative alla puntata de Il Cavallo e la Torre, andata in onda il 19 settembre 2022 su Rai 3 e ha ritenuto sussistente, con il voto contrario della Commissaria Giomi, la violazione dei principi di correttezza e imparzialità sanciti dalle disposizioni in materia di par condicio. Ritenendo insufficiente per riequilibrare e sanare le violazioni riscontrate la messa in onda della puntata del 20 settembre, ha ordinato alla Rai di trasmettere, in apertura della prima puntata utile del programma, un messaggio in cui il conduttore comunichi che nella trasmissione del 19 settembre non sono stati rispettati i principi di pluralismo, obiettività, completezza, correttezza, lealtà ed imparzialità dell’informazione”.

Le proteste di Lega,FdI e ForzaItalia

“Di fronte alla palese violazione della par condicio da parte di Damilano nel suo programma ‘Il Cavallo e la Torre’ andato in onda ieri sera su Rai3, presenteremo subito un esposto all’Agcom contro il conduttore”, avevano scritto oggi in una nota i parlamentari della Lega in commissione Vigilanza Rai. E si leggeva ancora: “le pesanti accuse rivolte alla Lega, a Matteo Salvini e il paragone della coalizione di centro destra al fascismo sono intollerabili, il tutto senza contradditorio e trasmesse nel terzo canale della tv di Stato”. Sulla stessa linea anche Maurizio Gasparri: ““L’Agcom deve esercitare il suo ruolo e intervenire per fermare la palese violazione della par condicio da parte del servizio pubblico. La sinistra televisiva considera la Rai una sua dependance, e questo è ormai intollerabile”, aveva detto prima della decisione di questa sera.

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