Dall’Anpi disperato appello all’adunata antifascista: andate alle urne e difendete la Costituzione
Ci mancava solo l’Anpi. In una campagna elettorale che ha raggiunto temperature incandescenti. E dove una sinistra messa all’angolo dai sondaggi passa dagli insulti dei suoi esponenti politici, alle aggressioni messe in atto dai militanti estremisti, (l’ultima risale solo a ieri con le minacce rivolte da un gruppo di ciclisti in passeggiata antagonista contro un banchetto di Fdi a Bologna)… Ci si mette pure l’Associazione dei partigiani a rinfocolare i soliti allarmi antifascisti. Così, gli ex partigiani – sempre pronti ad evocare lo spettro del pericolo che arriva da destra – con un disperato appello di rito, chiamano a raccolta gli elettori. Esortandoli a «un voto in difesa della Costituzione».
Anpi, disperato appello agli elettori alla chiamata antifascista
«In questa drammatica fase della vita del nostro Paese, l’Anpi si rivolge alle cittadine e ai cittadini perché si rechino alle urne», recita l’accorato appello nel suo incipit. Quindi prosegue: «Certo, c’è malessere e disincanto. Ma senza voto non c’è nessuna soluzione ai problemi delle famiglie. Nessuna democrazia rappresentativa, nessuna partecipazione. Non votare vuol dire rinunciare a un diritto costruito in passato con storiche lotte, e costituito nel dopoguerra con le elezioni del 1946 e con la Carta costituzionale. Non è la soluzione, è una resa», sottolinea l’associazione sul pericolo dell’astensionismo visto e riletto nell’ottica degli ex partigiani.
Il solito richiamo autoreferenziale all’antifascismo e alla Resistenza
Un rischio che l’associazione – da sempre abituata a sostenere una tesi ed il suo opposto restando nel recinto dell’ortodossia – ancora una volta declina – strumentalizzandolo ad hoc – allo «spirito costituzionale come comune sentire. Come cemento che ci fa popolo italiano, popolo europeo, popolo del mondo. E come possibilità di dare una risposta seria al dramma sociale in corso», si legge nell’appello dai toni apocalittici. Toni che, come si evince, nella loro drammaticità non mancano come al solito di virare sull’autocelebrazione di chi, inneggia alla «pace per cui si era battuto l’antifascismo e il movimento della Resistenza».
L’Anpi tra toni apocalittici e note autocelebrative
Ma dimentica che, per esempio, in occasione dei cortei del 25 aprile, li si può sentire cantare gli inni di Bandiera Rossa e dell’Internazionale: storicamente associati alla dittatura, quella comunista, che ha seminato terrore e morte durante il ‘900. E ancora. Toni e parole che, nel sottolineare come «nella drammatica situazione del Paese, bisogna riscoprire quei valori» di democrazia, libertà, uguaglianza, lavoro, solidarietà, pace. E «attuarli pienamente per uscire dall’emergenza. Rasserenare il presente. E disegnare il futuro», dimostrano come l’Anpi, e i suoi instancabili sostenitori, siano ben consapevoli che – come scriveva Orwell nel 1949 – «chi controlla il passato, controlla il futuro». Un insegnamento che l’associazione di ex partigiani punta ad applicare ancora oggi, declinato al solito spauracchio antifascista. E di cui ambisce ad elevare al cubo potenzialità ed effetti, in vista delle elezioni di domenica prossima…