Il sor Calenda fugge in Veneto: «Mi candido qui». Così Carletto straccia il “modello Roma”

4 Ago 2022 17:48 - di Valerio Falerni
Carlo Calenda

Carlo Calenda sceglie il Veneto come circoscrizione in cui candidarsi. Lo ha annunciato a Padova, dove ha rifilato il solito pistolotto da pallone gonfiato su burocrazia, semplificazione e soprattutto attaccando i «politici che non hanno alcuna esperienza di gestione al di fuori della politica». Mah, detto fra noi, non ci risulta che ne avessero lo storico Helmut Kohl o l’attore Ronald Reagan. Gente che ha fatto la storia. Ma tant’è: oggi per gli extrapolitici va di moda atteggiarsi ad extraterrestri e scendere tra noi a miracol mostrare. E il leader di Azione  non fa eccezione, manco fosse Silvio Berlusconi, uno dei pochi, se non l’unico, a non dover dimostrare niente perché ha già dimostrato tutto. Con i fatti e non con le parole. E senza stare a dieci metri da terra come un pallone gonfiato. Appunto.

Calenda lo ha annunciato a Padova

Evidentemente, a Calenda l’insuccesso gli ha dato alla testa. Sempre che non si voglia spacciare per trionfo il risultato romano di un anno fa. Il “modello Roma” sarebbe stato tutt’al più un investimento, ma solo se oggi avesse camminato all’interno di quello stesso solco: solo contro tutti con l’obiettivo dichiarato di far saltare «il finto bipolarismo» alimentato da «finti schieramenti». Obiettivo, tra l’altro, ribadito solo poche settimane fa in un video in cui attaccava Matteo Renzi che a suo dire avrebbe disdegnato il terzo polo «per qualche collegio» ottenuto dal Pd. Il bue che dà del cornuto all’asino. Infatti è quel che ha fatto lui e che ha ri-giustificato ancora oggi con la necessità di «non far vincere la peggiore destra della storia». Per poi aggiungere: «Sono una persona responsabile e non un cialtrone». Qui invece sbaglia di grosso: lo è, e pure doc.

Il leader di Azione ha truffato i liberali

Già, come definireste uno che si schermisce dietro le tecnicalità della legge elettorale, a lui ben note da anni, pur di non ammettere di aver consumato una truffa politica ai danni di quei liberali attratti dalla favoletta del terzo polo e ai quali oggi sbatte in faccia l’alleanza con estremisti rossi e talebani verdi. Il Totò della fontana di Trevi non avrebbe saputo fare di meglio. Resta solo da chiedersi dove può arrivare uno così. Ben gli si attaglia – si parva licet… – l’attacco di Churchill al premier Chamberlain dopo il “” alla cessione dei Sudeti alla Germania nazista: «Potevate scegliere tra il disonore e la guerra. Avete scelto il disonore e avrete la guerra». Anche Calenda, seppur più modestamente, poteva scegliere tra la figuraccia e la sconfitta. Ha scelto la prima, otterrà anche la seconda.

Commenti

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  • Anna Maria 5 Agosto 2022

    Calenda il solito pallone gonfiato che, visto che a Roma non è riuscito ad ottenere nulla, adesso arrampicandosi sugli specchi, cerca di ottenere qualcosa candidando, guarda caso, a Padova! Ripeto tipico dei palloni gonfiati a cui non si deve dare alcuna importanza, hanno solo l’importanza che meritano : lo zero assoluto!!!