Sos annegamenti, l’Iss lancia l’allarme: oltre 2000 incidenti in acqua in 4 anni. Malori e incoscienza
Oltre 2mila incidenti in acqua i 4 anni. È il drammatico bilancio italiano che fotografa gli episodi che si verificano in mari laghi e fiumi, riportato dall’Istituto superiore di sanità.
Annegamenti, l’Iss: oltre 2000 incidenti in 4 anni
“Tra il 2015 e il 2019 sono stati identificati e analizzati in Italia 2.096 casi di incidente in acqua. Di cui 1.209 fatali (annegamento)”. Sono i numeri presentati dall’Iss all’Eu Safety Conferenze, che si è svolta a Vienna. Le vittime sono per lo più uomini, con la fascia d’età più colpita che è quella tra 45 e 64 anni. Pur non registrando tutti gli incidenti che avvengono in acqua, i dati forniscono comunque informazioni importanti. Necessari per una efficace strategia di prevenzione.
Trend in aumento nelle acque interne
Il trend è costante, con circa 3-400 incidenti l’anno. Ma negli ultimi anni aumentano gli incidenti nelle acque interne (laghi, fiumi). Con un rischio maggiore per questo tipo di incidente per gli stranieri residenti nel Paese. Le tre fasce di età più a rischio risultano essere quella 45-64 anni, quella 65-79 anni quella 0-10 anni.
Uomini di età compresa tra i 45 e i 64 anni
Il rapporto maschi/femmine è decisamente a sfavore del sesso maschile, attestandosi a un valore di quasi 7a 1 per i casi di annegamento. Circa il 68% degli incidenti in acqua da sommersione ha un esito mortale o comunque grave. Con ricovero in prognosi riservata e/o in terapia intensiva. Di tutti gli incidenti in acqua non fatali, il 67% non ha necessitato di alcun trattamento ospedaliero.
Tra le cause malori e cattive condizioni del mare
Il 41% degli incidenti fatali avviene in acque interne. Il 42% sul litorale, mentre il restante 17% si divide quasi equamente tra mare aperto e piscine. La maggior parte degli incidenti in acqua avviene a causa di un malore (28,1%). Delle condizioni avverse del mare (14,9%) o della caduta in acqua o dagli scogli (14,3). Da sottolineare che molte volte si è in presenza di una concausa. Ossia la persona annegata non sapeva nuotare e il mare era mosso.
L’appello dell’Oms per la prevenzione
“Gli annegamenti costituiscono un problema drammatico in tutto il mondo. E l’Organizzazione mondiale della sanità chiede a tutti i Paesi di fare lo sforzo necessario per ridurne l’estensione. Definendo delle strategie nazionali ad hoc”. A spiegarlo è l’Istituto superiore di sanità. In sintesi, “è raccomandata la sorveglianza da parte degli adulti quando i bambini sono in acqua. O quando ci sono (o potrebbero esserci) specchi d’acqua nelle vicinanze. Recintare adeguatamente le piscine o altri bacini d’acqua. E far frequentare ai bambini corsi di nuoto”.
In Italia è nato un Osservatorio ad hoc
Sulla scia degli interventi caldeggiati a livello internazionale, in Italia è nato l’Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti. E incidenti in acque di balneazione. Con la collaborazione e la partecipazione dell’Iss, della Capitaneria di Porto, della Società nazionale di salvamento, dell’Ispra, dell’Anci Toscana, dell’Università di Firenze, dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma e del Gruppo Nazionale per la Ricerca sull’Ambiente Costiero.