Roma, la storia agghiacciante della salma scomparsa e poi ritrovata. Ecco cos’è accaduto
È agghiacciante il caso di una “salma che non si trova più”. Il fatto è accaduto a Roma. Come racconta Il Messaggero, la vicenda è capitata alla famiglia di una 76enne che era morta nell’ottobre del 2020 in una clinica privata per la quale era stata chiesta la cremazione. I parenti dopo un anno però hanno scoperto «non solo che l’anziana sorella non era stata cremata, ma che il suo corpo si trovava in un campo comune del cimitero Flaminio, detto campo inconsunti». Dopo questa scoperta, ricostruisce il quotidiano, hanno presentato in Procura una denuncia-querela per truffa, sottrazione di cadavere o, in alternativa, occultamento di cadavere. In Procura il pm ha aperto un fascicolo. Le indagini sono state affidate ai carabinieri della di Ostia.
Il caso della “salma che non si trova più”
Una storia surreale che è stata raccontata da Valeria Di Corrado sulle colonne de Il Messaggero. I fatti risalgono all’autunno 2020, in piena pandemia. La signora, ricoverata in una clinica versava in condizioni di salute precarie. Il decesso era avvenuto l’8 ottobre. «In quell’occasione – si legge nella denuncia presentata in Procura dai familiari – fummo subito contattati dalla Rsa che, oltre a informarci dell’accaduto, ci suggeriva, qualora ne avessimo avuto bisogno, un’agenzia funebre i cui addetti, a loro dire, si erano presentati presso la struttura e resi disponibili a occuparsi dei funerali e della sepoltura di nostra sorella. Non conoscendo altre agenzie e, peraltro, presi dallo sconforto in quel triste momento decidemmo di affidarci all’agenzia che ci era stata suggerita». E pagarono in anticipo tutte le spese, sia per il funerale che per la cremazione. «Ci fu detto dagli addetti dell’agenzia funebre che a breve, o comunque al massimo entro un paio di mesi, saremmo stati contattati».
La scoperta e la denuncia
Passarono alcuni mesi. A settembre 2021, scrive il quotidiano «il fratello della signora, esasperato e indignato dopo quasi uno anno di attesa, si è rivolto agli uffici del cimitero scoprendo che la sorella “risultava sepolta, ad insaputa di tutti, in un campo comune, dove finiscono le bare prive di tomba”. Richiamata l’agenzia funebre, i titolari avrebbero continuato “ad accampare scuse e prendere tempo”, tanto che i parenti hanno deciso di rivolgersi alla magistratura, accusando la ditta di “aver sottratto con l’inganno e sepolto all’insaputa dei propri cari la salma, abbandonandola in un campo comune, dove mai nessuno avrebbe potuto portarle un fiore o rivolgerle una preghiera”».