Equo compenso, Meritocrazia Italia: «Una legge di estrema importanza, lo stallo è ingiustificato»

18 Mag 2022 11:22 - di Redazione
equo compenso

Un provvedimento «di estrema importanza» a fronte del quale si assiste a «uno stallo ingiustificato». Meritocrazia Italia interviene sulle resistenze all’approvazione della legge sull’Equo compenso, prima firmataria Giorgia Meloni, in discussione al Senato, dopo aver ottenuto il via libera della Camera. E, avverte, la legge «ha a che fare con la dignità di migliaia di professionisti». Dunque, è l’esortazione, bisogna trovare preso una soluzione.

Meritocrazia Italia: «Una legge di estrema importanza»

«Si torna a discutere della proposta di legge sull’equo compenso delle prestazioni professionali, approvata dalla Camera lo scorso 13 ottobre e ora all’attenzione del Senato. Uno stallo ingiustificato a fronte dell’estrema importanza del provvedimento, che ha a che fare con la dignità del lavoro di migliaia di professionisti», si legge in una nota dell’associazione, che ricorda come «le nuove disposizioni dovrebbero riguardare tutti i rapporti professionali aventi a oggetto prestazione d’opera intellettuale, investendo anche la committenza, con estensione a tutte quelle imprese che, nell’anno precedente al conferimento dell’incarico, abbiano occupato alle proprie dipendenze più di 50 lavoratori o abbiano presentato ricavi annui superiori ai 10 milioni di euro».

Cosa prevede la norma sull’Equo compenso

«Oggetto di attenzione – spiega il comunicato di Meritocrazia Italia – sommariamente, clausole vessatorie, regolazione dei rapporti con la Pa, possibilità di avviare class action da parte dei Consigli Nazionali, ripensamento della legge Bersani. È in proposta, in particolare, la novella dell’art. 2233 c.c. per concedere al professionista la possibilità di adire l’autorità giudiziaria per l’impugnazione di qualsiasi accordo che preveda compensi inferiori agli importi calcolati sulla base di tariffe o parametri fissati da decreto ministeriale per le professioni regolamentate, la nullità di patti relativi ad importi sproporzionato e che vietino al professionista di pretendere acconti o impongano anticipazioni di spese, con rideterminazione del compenso e possibilità di indennizzo».

La dignità del lavoro al centro della legge

«Non ultimo – sottolinea ancora Meritocrazia Italia – oggetto di riflessione anche le relazioni con banche, assicurazioni e grandi imprese. Le soluzioni possibili e opportune potrebbero essere diverse, ma è fondamentale che la questione trovi presto soluzione e che sia affrontata con il giusto approccio di metodo. Nel proporre una direzione alla riforma, Meritocrazia Italia auspica che la tutela delle professioni intellettuali si affronti sotto il focus costituzionale del riconoscimento della dignità del lavoro e della qualità di esso al fine del miglioramento delle prestazioni e dunque della miglior garanzia dei diritti».

«Fondamentale trovare presto una soluzione»

L’associazione inoltre chiede che «si consideri l’opportunità di favorire il monitoraggio delle attività su cui incide e si applica l’equo compenso, mediante l’istituzione di organismi di controllo ad hoc a partecipazione mista, ministeriale e dei rappresentanti dei professionisti; venga operato un ragionevole bilanciamento degli interessi, riportando su un piano sostanzialmente paritario la contrattazione tra i c.dd. clienti forti (banche, assicurazioni, pubblica amministrazione, etc.) e le categorie dei professionisti; si favorisca la corretta applicazione, sia in ambito giudiziale che stragiudiziale, dei parametri tariffari, da parte degli organi giudicanti, al fine di rendere effettiva l’applicazione delle regole sull’equo compenso».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *