Crimini di guerra, ergastolo ‘lampo’ al soldato russo. La moglie della vittima: “Se lo merita”

23 Mag 2022 13:15 - di Robert Perdicchi

E’ stato condannato all’ergastolo il sergente Vadim Shishimarin, il primo soldato russo processato per crimini di guerra in Ucraina. Shishimarin, 21 anni, si è dichiarato colpevole dell’uccisione di Oleksandr Shelipov, un civile disarmato di 62 anni colpito alla testa nel villaggio di Chupakhivka nella regione di Sumy lo scorso 28 febbraio. Un processo breve con una sentenza “lampo”.

Ergastolo per il soldato russo Vadim Shishimarin: non bastano le scuse

Nel corso del processo che si è svolto nel tribunale distrettuale di Kiev, Shishimarin si è scusato con la vedova della vittima, Kateryna Shalipova, dicendole che riconosceva la sua colpa e chiedendole di perdonarlo. ”Non volevo uccidere”, sono state queste le ultime parole del sergente, mentre il suo avvocato difensore, Viktor Ovsiannikov, ha detto alla corte che Shishimarin ha sparato dopo essersi rifiutato per due volte di eseguire l’ordine. Il pubblico ministero Andriy Synyuk ha stabilito che gli argomenti della difesa non cambiavano l’essenza del caso.

Sono sinceramente pentito. Ero nervoso in quel momento, non volevo uccidere… però è successo“, aveva detto Shishimarin. Il soldato è stato riconosciuto di aver sparato diversi colpi con un fucile d’assalto alla testa della vittima, che era su una bicicletta. Doveva obbedire agli ordini del suo superiore, si è difeso Shishimarin, ricordando che un ufficiale gli aveva detto di sparare all’uomo che stava parlando al telefono e che avrebbe potuto fornire informazioni sulla loro posizione. Shishimarin e altri militari russi si trovavano a bordo di un’auto e stavano scappando dalle forze ucraine.

La reazione della vedova del civile ammazzato

“Si merita l’ergastolo per aver ucciso mio marito”, era stata la risposta di Kateryna Shalipova, che aveva aperto alla possibilità di lasciare libero Shishimarin solo se entrasse a far parte di uno scambio di prigionieri ”con i difensori di Mariupol” in modo da salvare ”i nostri ragazzi”, ovvero i combattenti ucraini evacuati dalle acciaierie Azovstal.

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