Le mogli dei combattenti di Azov in tv. Dietro l’operazione c’è l’ex agente delle Pussy Riot

30 Apr 2022 16:35 - di Redazione

Si chiamano Yulia, Katerina, Olga, Hanna. Sono le mogli dei difensori dell’acciaieria Azovstal, roccaforte della resistenza ucraina a Mariupol. Negli ultimi giorni sono apparse anche nelle tv italiane, lanciando appelli per la salvezza dei loro compagni. E soprattutto negando che siano nazisti.

“Non è vero che sono nazisti, sono nazionalisti ucraini – si infervora Katerina Prokopenko, 27 anni, moglie di Denis Prokopenko, colonnello e comandante del battaglione Azov che sta combattendo a Mariupol , decorato da Zelensky come eroe dell’Ucraina – sono orgogliosa di lui che sta difendendo l’Ucraina e i diritti di tutti noi. I russi odiano gli Azov, perché li temono. Per questo li diffamano. Mio marito è un nazionalista ma certo non è nazista. Nel reggimento ci sono anche ebrei, tartari della Crimea, azeri. Il nazista è semmai Putin con la repressione dell’opposizione in Russia, le sue ripetute guerre di aggressione, con i bombardamenti sulle città,  le stragi dei civili. Il genocidio del popolo ucraino”.

Francesco Borgonovo oggi su La Verità oggi rivela chi c’è dietro quest’operazione mediatica che porta sotto i riflettori le donne dei miliziani di Azov.  “Si tratta – scrive Borgonovo – di Petya Verzilov, 34 anni, attivista russo-canadese. Costui è noto per essere l’ex marito di Nadezhda Tolokonnikova, battagliera componente delle Pussy Riot. Nadezhda nel 2012 è stata condannata a due anni di reclusione per teppismo e odio religioso dopo una esibizione provocatoria nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, salvo poi essere amnistiata nel 2013. L’ex marito Petya ha operato come portavoce informale delle Pussy Riot e alcuni anni fa ha denunciato di essere stato vittima di un avvelenamento (ovviamente da parte dei putiniani), anche se sulla faccenda non è mai stata fatta chiarezza fino in fondo”.

 

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