La risibile tesi del New York Times: Putin dichiara guerra all’Occidente per colpa di…Trump

1 Apr 2022 15:38 - di Annalisa Terranova
Putin Trump

La guerra incrudelisce il linguaggio, i toni e gli animi. Scatena i partigiani dei fronti contrapposti. Fa scivolare i protagonisti verso toni da crociata che non si udivano da tempo. Come altrimenti definire le prediche del patriarca Kirill contro l’Occidente corrotto e corruttore? Per non dire delle interviste alla tv italiana in cui Aleksandr Dugin tuona contro la decadenza morale e il vuoto spirituale di noi occidentali.

Ma sul fronte opposto non si scherza. Abbiamo Biden che da Varsavia dà del “macellaio” a Putin e poi sostiene che il presidente russo è un dittatore da rovesciare. Spunta da più parti l’idea di un nuovo processo di Norimberga, stavolta contro il cerchio magico del “dittatore ” russo. E si aggiunge a questo clima la ridicola crociata contro la “Zeta”, simbolo delle forze armate russe, che persino la Samsung ha pensato bene di eliminare dai modelli dei propri smartphone.

E’ in questo contesto che va letta la provocazione di Paul Krugman, già premio Nobel per l’Economia, che sul New York Times lancia una tesi assai ardita. Nel suo articolo (che la Stampa ha tradotto oggi per i lettori italiani) afferma infatti che Putin ha scommesso sulla debolezza dell’Occidente perché l’America sta rinunciando ai valori democratici. Tutta colpa di quel cattivone di Trump che ha aizzato la folla contro il risultato elettorale che ha incoronato Joe Biden… “È incredibile – scrive Krugman – quanto rapidamente abbiamo normalizzato il fatto che l’ultimo Presidente ha cercato di restare al potere malgrado fosse sconfitto alle elezioni e che una folla inferocita, da lui aizzata, abbia fatto irruzione in Campidoglio”.

Insomma Putin, vedendo tutto ciò, avrebbe pensato: potrei invadere l’Ucraina, visto che gli Usa sono ridotti così… Non solo: ma anche la reazione di Putin alla guerra in Ucraina che non sta andando per il verso giusto sarebbe molto “trumpiana”. Il presidente russo continua a dire che tuto va secondo i piani e si lamenta della disinformazione. Ovvio che in finale Krugman faccia i suoi complimenti al “bravo” Biden che ha saputo mettersi alla guida delle forze democratiche contro la Russia.

Toni da propaganda di guerra che fanno ritenere non del tutto ingiustificato il sospetto di quanti, a cominciare dallo storico Franco Cardini, hanno sostenuto che Biden ha interesse a un conflitto il più possibile lungo per tentare di rafforzarsi sul fronte interno, dove il suo gradimento sta andando a picco.

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