Oms, la Omicron 2 contagiosissima ma non grave. Il virus rialza la testa per le restrizioni cadute

22 Mar 2022 20:16 - di Prisca Righetti
Omicron 2

Con la Omicron 2 il Sars-Cov-2 rialza la testa e preoccupa l’Europa. Non a caso, Hans Kluge – direttore dell’Ufficio regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per l’Europa – proprio oggi, durante una conferenza stampa che si è svolta in Moldavia, è tornato a parlare della recrudescenza del virus. Puntando il dito ed evidenziando, nella sua analisi ad ampio raggio, soprattutto sull’aumento dei casi di Italia, Regno Unito, Francia e Germania.

Sars-Cov-2, il virus ha rialzato la testa con la Omicron 2

Sul Covid in Europa, «quello che vediamo è che 18 Paesi su 53 della nostra Regione europea hanno visto un aumento di Covid-19 nella scorsa settimana. Mentre la mortalità sta ancora diminuendo», ha sottolineato Kluge nella sua disamina. Aggiungendo che fra i Paesi in cui si registra «in particolare un aumento» ci sono «l’Italia, il Regno Unito, la Francia, la Germania» e altri. Anche l’Olanda, prosegue infatti il vertice di Oms per l’Europa – «ha visto una seconda ondata di Omicron», che ora sta passando. «Molto probabilmente le ragioni sono: prima di tutto la variante BA.2 di Sars-CoV-2», la variante nota come Omicron 2. Che, ha precisato l’esperto, «è molto più trasmissibile, ma non più grave». «C’è poi – aggiunge l’esperto in calce – l’effetto che si osserva in quei Paesi che stanno allentando le restrizioni in maniera brutale. Da troppo a troppo poco».

Ecco i 3 fattori che inducono all’ottimismo

Molto difficile, dunque, fare una diagnosi circostanziata su Covid-19 perché, conferma Kluge, «questo virus ci ha sorpreso molte volte. Al momento io sono ottimista e vigile», prova a mediare in cerca del giusto mix di fiducia e prudenza Kluge, che poi elenca 3 fattori positivi che inducono all’ottimismo per il futuro. «Il primo è che ora il mondo ha un ampio capitale di immunità contro Sars-CoV-2, fra vaccinazioni e infezioni». Il secondo elemento è legato alla stagionalità: «L’inverno sta finendo e le persone si riuniranno di meno in luoghi piccoli e affollati». Terzo punto: la variante Omicron di Sars-CoV-2 «è più lieve nelle persone completamente vaccinate, booster incluso». Mentre, rispetto a questo, Kluge avverte: «Nei Paesi con bassi tassi di vaccinazione questa è ancora una malattia che uccide».

Omicron 2, convivere col virus non vuol dire che non possiamo uscire dalla pandemia

E ancora. «Dovremo convivere con Covid-19 per un certo tempo. Ma questo non significa che non possiamo uscire dalla pandemia. Credo che si debba distinguere fra questi due aspetti». Ne è convinto il direttore dell’Ufficio regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per l’Europa, che nel corso dell’incontro in Moldavia ha infatti ribadito: «Abbiamo la possibilità di uscire dalla pandemia se i Paesi provvederanno a assolvere prioritariamente a 4 funzioni: protezione, sorveglianza e sequenziamento, accesso ai nuovi antivirali, occuparsi del Long Covid. Ma vediamo come Kluge spiega e propone la prescrizione, punto per punto.

I 4 punti da osservare per affrontare il Covid e limitarne i danni

La prima: bisogna continuare a proteggere i vulnerabili, gli anziani e le persone con malattie. In secondo luogo – elenca Kluge – tutti i Paesi devono rafforzare i loro sistemi di sorveglianza e sequenziamento per poter velocemente intercettare varianti o anche nuovi virus. Terzo punto è che i Paesi devono avere accesso ai nuovi antivirali». Perché, spiega l’esperto, «se diamo i nuovi antivirali alle persone con sintomi prima possibile, riduciamo drasticamente la gravità della malattia, i ricoveri e i decessi». Infine, il quarto punto è occuparsi del carico del post Covid o Long Covid.

Dal Long Covid alle cure e gli interventi rimandati a causa della pandemia

«Perché – conclude Kluge – il 15% dei pazienti che hanno avuto la malattia hanno ancora sintomi 12 settimane più tardi». E a proposito di tempi lunghi, il vertice di Oms per l’Europa torna anche sulla questione del carico generato da tutto quello che è saltato durante la pandemia: «Interventi chirurgici. Screening oncologici rimandati», controlli e cure rimandati. Per Kluge, in definitiva, le “3 parole” che devono guidarci sono: «Speranza. Vigilanza. Solidarietà internazionale».

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