Le purghe di Mosca contro i traditori

Sono centinaia  gli arresti e le epurazioni ordinate da Putin. L’ultimo arresto riguarda il vice della Rosgvardia, la Guardia Nazionale schierata in Ucraina, è stato arrestato. Molte abitazioni di giornalisti  e attivisti no war sono state vandalizzate con messaggi minatori. In tre settimane circa 15mila persone sono state arrestate. Per aver detto “no” a quella che Putin definisce “un’operazione militare” in Ucraina.

Putin contro la feccia dei non patrioti

“Il popolo russo sa distinguere i veri patrioti dalla feccia e dai traditori. E  sputarli come si fa con un moscerino volato accidentalmente in bocca”. Così aveva detto mercoledì il presidente russo. Parole come pietre. Che più tardi il suo portavoce Dmitrij Peskov aveva tradotto peggiorando la ‘traduzione’. “In tempi difficili, molti mostrano la loro vera natura. Moltissimi si sono rivelati, come si dice in russo, dei traditori. Sono loro stessi a scomparire dalle nostre vite. Alcuni lasciano il posto di lavoro. Altri lasciano il Paese e si trasferiscono all’estero. È così che avviene questa epurazione. Altri violano la legge e vengono puniti dai tribunali”.

Arrestato il vice della Guardia nazionale

Il messaggio è chiaro e ci riporta indietro all’Urss di Stalin: esilio o carcere. Roman Gavrilov, 45 anni, incaricato della sicurezza del presidente, dal giugno 2021 vicecapo della Guardia nazionale mobilitata in Ucraina, sarebbe stato arrestato. Accusato di “fuga d’informazioni militari che avrebbero portato a perdite di vite umane”. O, secondo altre fonti, “di sperpero di carburante”. Aleksandr Chinshitein, del partito al potere Russia Unita, ha smentito la notizia dell’arresto. Mentre il sito Ura.ru parla del licenziamento di Gavrilov “per ragioni sconosciute, forse compromettenti”. Pochi giorni fa Andrej Soldatov, esperto di servizi russi, aveva scritto dell’arresto di Serghej Beseda e Anatolij Bolyukh. Capo e vice del Nono direttorato del Quinto Servizio, sezione dell’Fsb dedicata all’Ucraina.

Nel mirino giornalisti e blogger

Nell’obiettivo di Putin anche giornalisti e blogger non controllati. Come Anna Lojko, giornalista del sito Sota. E gli attivisti Dmitrij Ivanov e Olga Misik che hanno trovato le porte delle loro abitazioni imbrattate con la scritta ‘Non tradite il vostro Paese’ e una “Z” oramai simbolo dell’offensiva in Ucraina.  “Di tutto ciò che poteva essere preso in prestito dall’Urss, hanno preso solo repressioni, carenze e propaganda cannibalistica. Minacciano già apertamente il terrore di Stato”. Così il blogger Aleksandr Gorbunov, alias Stalin-Gulag. Epurazioni, sparizioni, minacce e arresti. Sepolti sotto la neve e  negati dalla propaganda russa.