Il Pd ammonisce Conte e sceglie Di Maio: “Non si può fare a meno di lui, assurdo cacciarlo”

10 Feb 2022 14:55 - di Lucio Meo
Il Pd trema, assistendo alla dissoluzione del M5S, sceglie di non scaricare Di Maio e di ammonire Conte, mentre intanto guarda al centro...

Il Pd trema, assistendo alla dissoluzione del M5S, sceglie di non scaricare Di Maio e di ammonire Conte, mentre intanto guarda al centro, a Calenda, a Renzi, per paura di ritrovarsi con l’alleanza a pezzi da qui alle prossime elezioni. “Si comincia a pensare al forno di centro, ora che il forno M5S è bloccato e rischia di spegnersi per l’esplosione della bottega… La paura del Nazareno è che dal big bang stellato possa uscire un movimento 5 stelle assai ridimensionato, il grillismo con cui Enrico Letta ha voluto fare asse finora non si capisce se esiste ancora e che cosa potrà diventare dopo la soluzione, ammesso che ci possa essere, del caso della defenestrazione giudiziaria di Conte”, scrive oggi Il Messaggero. Ma Letta guarda anche a sinistra con una certa ansia…

La paura del Pd e i messaggi a Conte e Di Maio

Oggi sul Corriere della Sera è stato il capogruppo del Pd al Senato, Giuseppe Zanda, ad ammonire Conte e i Cinquestelli a non giocare allo sfascio o all’esclusione di Di Maio. “Giuseppe Conte ha ragione quando dice che una leadership politica non dipende dalle carte bollate. Ma lui è un giurista e dovrebbe sapere bene che anche i partiti debbono avere regole chiare e rispettare le decisioni dei giudici. Questa vicenda ci fornisce anche un importante spunto di riflessione politica…”, è la prima frecciata velenosa del Pd a Giuseppi.  Zanda prosegue dettando anche la forma al M5S: “È tempo di chiedersi se per la nostra democrazia siano più utili movimenti come i 5 Stelle delle origini o se piuttosto non serva un’evoluzione verso partiti politici strutturati democraticamente così come li ha disegnati la Costituzione. I partiti sono necessari alla democrazia parlamentare e l’ordinanza di Napoli dovrebbe indurre il Parlamento. Abbiamo quattordici mesi di tempo e dovremmo concentrarci su questo e su altri due obiettivi: la sfiducia costruttiva e la riforma elettorale…”, dice.

“Il ministro degli Esteri non va sacrificato…”

Ma è sul corpo a corpo tra Conte e Di Maio che arriva l’anatema più invasivo. “Oggi la leadership è di Conte, Di Maio sta facendo bene il ministro degli Esteri. Tutti i diplomatici italiani che ho incontrato lo apprezzano molto. Quindi si vedrà. Penso che i 5 Stelle non possano fare a meno di Di Maio. Sarebbe surreale sacrificarlo. Sta a Conte impedire che un incidente giudiziario così serio produca effetti politici rischiosi. I 5 Stelle hanno la maggioranza relativa in Parlamento e i loro fatti interni si riflettono inevitabilmente sulla stabilità del governo. Dobbiamo augurarci che risolvano velocemente i loro problemi”. Un augurio che sa di paura e di minaccia.

 

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