Federatore di Centro, Casini smarca chi lo tira per la giacca: perdete tempo. Non voglio riunire un bel niente
Prove tecniche di centro provano a rimettere in moto una macchina che ha molti dei suoi pezzi dislocati in varie formazioni politiche. Così, mentre i colleghi centristi dibattono e si muovono alla ricerca di un federatore in grado di «dare forza agli ideali cristiani in politica» dettando i parametri politici di un identikit di uomo giovane, con tanto di pedigree in gradi di fungere da «promotore capace di ridare forza all’esperienza centrista», Casini si smarca da Cesa (Udc) e Formigoni (Noi con l’Italia) e tuona: «Non voglio federare un bel niente. Ci sono nuovi leader, non c’è bisogno di pescare qualcuno che ha già fatto tutto 20 anni prima».
Centro alla ricerca di un federatore: tutti tirano per la giacca Casini
Di più. In un’intervista al Resto del Carlino il senatore centrista ribadisce al fatto che in molti continuano ad evocarlo e tirarlo per la giacchetta in veste di federatore, quasi spazientito: «Li ringrazio molto, ma temo che perdano il loro tempo. Io faccio il senatore di Bologna: è questa la mia dimensione. Per quanto riguarda il mio futuro forse ne sa qualcosa la Madonna di San Luca». Sostenendo che, se «da giovani si ha lo stress da prestazione», lui oggi – dopo 40 anni di Parlamento – «non deve più dimostrare niente a nessuno. L’applauso dei miei colleghi a Montecitorio durante i giorni dell’elezione del capo dello Stato è una specie di marchio Doc, mi ha ripagato di tutti i sacrifici fatti in questi anni. E per me ha più valore di ogni altro incarico. C’è bisogno di riaffermare sempre il valore della politica e la centralità del Parlamento», incalza nella sua conclusione Casini. Che poi chiosa sull’«importanza dei tecnici», la cui «dimensione, però, non sostituirà mai quella politica».
Ma Casini si smarca da tutti: perdete tempo. E da Cesa (Udc) appello a Berlusconi
E allora altro giro, altra corsa. I centristi al lavoro per la ridefinizione e composizione di un nuovo centro, provano a ripartire da una squadra che, in nome di uno schema tattico collaudato, arrivi a contrattualizzare un federatore in grado di serrare i ranghi. Che abbia dimestichezza con il mondo dell’associazionismo e che non sia a digiuno di dottrina sociale della chiesa. «C’è l’esigenza di rimettere in piedi un centro»: dichiara in premessa Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’Udc all’iniziativa sul centro in corso a Roma, presso il Collegio dei Maroniti. «In uno schema bipolare – prosegue – ci dovrebbe essere uno schema ben organizzato, come è sempre stato nel centrodestra, e un centro nel centrosinistra. Noi abbiamo il dovere di ricostruire il centro: quando manca il centro ci sono sempre eccessi. Violazioni di diritti. Non c’è mai stabilità».
L’idea di un padre nobile che rimetta insieme tutti i partiti di centro del Paese
Perché, incalza Cesa, «il centro è responsabilità e concretezza nell’azione politica». Pertanto, nel ricostruirlo – sottolinea l’esponente dell’Udc – dobbiamo andare anche oltre i piccoli partiti, associazioni. Il mondo dell’associazionismo va riavvicinato, bisogna essere operativi e subito. Bisogna fare un contenitore nuovo, e poi trovare un federatore. Io faccio un appello a Berlusconi perché sia lui il promotore che rimette insieme tutti i partiti di centro del nostro Paese. Una figura in grado di ridare forza all’esperienza centrista, che a nostro avviso deve guardare alla dottrina sociale della chiesa. Perché, chiosa Cesa, «in questo momento c’è bisogno di rimettere al centro la famiglia e la persona»
Centro, Formigoni: «Il federatore sia scelto democraticamente»
Dunque, mentre Cesa si addentra nel merito proponendo nomi e progettualità programmatica, Roberto Formigoni (Noi con l’Italia) torna sul tema dei fondamenti etici. E partecipando a sua volta all’evento al Collegio dei Maroniti, rilancia sulla necessità di «un centro, capace di affrontare i problemi nel Paese, e di dare maggiore forza agli ideali cristiani in politica». E invitando i colleghi a un passo indietro, asserisce: «Mi auguro che questa iniziativa abbia successo: c’è bisogno di mettere prima insieme le varie parti. Poi sarà importante scegliere un federatore con metodo democratico».