Covid, Rampelli positivo: “Mi è stato fatale il voto per il Colle”. E picchia duro su “popolo vs elité”
Lo ha reso noto con un post su Facebook come «info necessaria per chi è stato con me»: «Il virus ha trovato un buco tra i miei anticorpi ed è entrato». Fabio Rampelli ha dato notizia così della sua positività al Covid, emersa con sintomi domenica, all’indomani dell’elezione del presidente della Repubblica. Per questo il vicepresidente della Camera si mostra abbastanza sicuro del fatto che il contagio sia avvenuto in quel frangente. «I sette giorni trascorsi a Montecitorio per eleggere il Presidente della Repubblica mi sono stati probabilmente fatali», racconta ancora nel post, spiegando che «la concentrazione di un numero enorme di persone, nonostante tutti gli accorgimenti puntualmente presi dalla Camera, deve avermi messo in contatto con qualche positivo inconsapevole e così…».
Rampelli positivo al Covid
«Confido nella protezione del vaccino e sono in isolamento volontario con qualche sintomo, nella speranza di non contagiare le persone che mi sono vicine e mi sopportano. Ci rivediamo presto. Intanto scrivo e dichiaro, quello posso farlo, quindi non avrete scampo», ha avvertito Rampelli, che poi ha scherzato con l’agenzia di stampa Adnkronos dicendo di trovarsi «in isolamento in una specie di sottoscala, a pane e acqua».
«Anche in isolamento non vi darò scampo»
Le sue condizioni di salute comunque non sembrano destare preoccupazione: Rampelli ha tre dosi di vaccino e ha accusato febbre e qualche altro sintomo tipico del Covid. Quanto allo spirito, combattivo e ostinato, è un altro post a confermare che il virus non l’ha intaccato minimamente. A partire dal titolo: «Popolo contro elité». «La politica moderna deve riprendersi la sua credibilità e la prima regola è non farsi trovare dalla parte opposta di dove vorrebbero fosse gli elettori. Perché questa è la negazione della democrazia», scrive Rampelli, soffermandosi poi sul «corto circuito di questo tempo».
L’analisi di Rampelli sulla «negazione della democrazia»
Rampelli ricorda una serie di passaggi, avvenuti «nel silenzio mortifero di intellettuali, opinionisti, docenti universitari e costituzionalisti». Si tratta dell’«abolizione del premio di maggioranza per far largo alle tecnocrazie; il governo giallo-verde come primo aborto insostenibile; quello tra M5S e Pd perfino peggiore; il rifiuto di Mattarella a dare l’incarico a formare un governo al centrodestra vincitore delle elezioni 2018 che grida vendetta; l’incarico dato al Commissario Draghi per non andare a elezioni anticipate senza troppe proteste; la resa del centrodestra a Draghi quasi sotto ricatto; la prima estromissione di un esponente dell’opposizione dal Cda Rai nella storia della Repubblica (prove tecniche di regime?); le indegne pressioni subite per far passare in cavalleria la legge dello Stato che impone la guida dell’opposizione per il Comitato per la Sicurezza della Repubblica. E, infine, la seconda violazione della Costituzione italiana con la rielezione di un Presidente per un nuovo mandato».