Aria di tempesta nel Pd: Letta si chiama fuori dal caos M5S ma è travolto dalle fronde

11 Feb 2022 10:50 - di Adriana De Conto
Letta Pd

Enrico Letta “galleggia” , titola una ricostruzione del Foglio. Il Pd è «il perno della stabilità», dice il leader dem alla segreteria del suo partito. C’è un punto di equilibrio tra queste due descrizioni: lo stare fermi, attendere, non fare niente. La questione è, infatti, cosa “attaccare” a questo “perno” di cui si gloria Letta: il M5S, forse? Alleanza da lui sempre propugnata ma ora travoltadalla frana- farsa dell’azzeramento dei vertici? O forse è meglio prendere il largo, flirtando con il centristi? Probabilmente questo è il “perno”, l’equilibrismo per vedere con quale strada siano meglio garantite posizioni di potere.

Letta: “Noi siamo il perno”. Ma è aria di fronda nel Pd

Al momento Letta sta nel mezzo:  prende atto  – per evitare rese dei conti all’interno del Pd sulla politica di alleanze- che deve attendere almeno la risoluzione della grana grillina con Tribunale di Napoli. Dunque per il momento al Nazareno con i suoi ha lasciato in sospeso la questione dell’alleanza giallorossa: «Nessuna ingerenza in dibattiti interni altrui», dice alla segreteria. Ora «dobbiamo concentrarci sul rafforzamento del nostro profilo identitario» e sui contenuti su cui costruire una eventuale «alleanza progressista». Ma non è chiaro con chi.

Il dilemma di Letta: M5S, centristi o campo largo?

Letta dice e non dice. Quando ha dichiarato «molto difficile» una modifica di fine legislatura della legge elettorale in senso proporzionale (come vorrebbe gran parte del suo partito), “Letta dimostra di continuare a ritenere indispensabile l’alleanza con M5s, in vista delle amministrative 2022”, scrive il Giornale. E questo sta già creando smottamenti in giro per l’Italia: il Pd di Palermo si era mostrato interessato ad aprire il dialogo anche con Italia viva e centristi in vista delle Comunali.  Ma è stato stoppato dal diktat dei grillini e della sinistra: «O con noi o con loro, se no rompiamo tutto e ci candidiamo per conto nostro». Un segnale non tanto locale o marginale, perché è in questo clima che emerge tutto lo spirito di fazione all’interno del partito di Letta. “Nelle file dem emergono i fautori di strategie diverse dal «campo largo» di sinistra.

Grana per Letta, il partito dei sindaci all’interno del Pd

Aria di fronda. Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, per esempio, è stato netto contro la vecchi strategia giallorossa:  «non ho mai considerato particolarmente affidabile» l’alleato, ossia Conte. Il Pd secondo lui dovrebbe scommettere sulla leadership di Mario Draghi e «allargare il campo» sì, ma a «riformisti e liberali», inclusa Forza Italia. E darsi come obiettivo una coalizione che, anche dopo le prossime elezioni, possa «chiamare Draghi a completare il lavoro su riforme e Pnrr». E’ il famoso «partito draghiano», che tutti nel Pd negano di propugnare, ma che coltivano in seno. C’è invece il govrnatore dell’Emilia Romagna Bonaccini che ha dichiarato il M5S “alleato naturale”. Da segnalare le schermaglie tra i sindaci di Milano e Napoli, Beppe Sala e Gaetano Manfredi, sui fondi del Pnrr.

Alleanze, Pd a schemi variabili

Per cui nel Pd avanzano vari schemi: la coalizione liberal-riformista modello «Ursula»: che riproponga anche nella prossima legislatura un governo a guida Draghi. Molte strade conducono al premier “perpetuo”. A Gori,  ma non solo da lui, arriva il plauso  dell’ex capogruppo Andrea Marcucci: «Condivido l’analisi: il Pd punti a un’alleanza riformista aperta a Fi che sostenga Draghi anche dopo il 2023». Il “Draghi forever” si estende a macchia d’olio nel Pd:  la capogruppo al Senato Malpezzi invita a guardare non solo a sinistra e M5s, ma anche «alle forze di centro».

“Letta in ammollo”

E Letta che fa? La sintesi magistrale dei dilemmi di Letta – da che parte stare?- è segnalata dal Foglio: “Nel campo largo con un M5s in tilt; o attorno a un gorgo centrista sempre più intricato? Enrico Letta sa benissimo che prima o poi gli chiederanno di scegliere: andiamo di qua o di là? Eppure per adesso in mezzo a un panorama di avversari in rovina, preferisce godersi l’ammollo”. Non fare nulla, schivare i problemi, godendosi il ruolo di “perno” di non si sa bene cosa. E la fronda avanza.

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