Sistema delle zone a colori, Regioni in pressing: chiedono lo stop al governo. Si ragiona su un cambio

20 Gen 2022 11:00 - di Redazione
Regioni zone a colori

Sul sistema delle zone a colori alle Regioni il tira e molla tra governatori e governo alza la temperatura del confronto politico. Gli amministratori locali in pressing chiedono lo stop del criterio a tavolozza tanto caro a Conte che lo varò. E l’esecutivo, al momento, concede un’apertura al dialogo. Ma con la Valle d’Aosta che rischia di finire in rosso lockdown e il passaggio di molte altre porzioni del Belpaese in zona arancione, il clima non è dei più distesi. E ad acuire le tensione potrebbe influire anche l’eterno dibattito irrisolto sulla richiesta di escludere dal conteggio dei casi Covid gli asintomatici. La discussione è in corso: e sembra che almeno il rischio della zona rossa possa considerarsi in via di allontanamento.

Sistema delle zone a colori: le Regioni chiedono lo stop al governo

Le richieste dei governatori di superare il meccanismo delle zone a colori e di rivedere il conteggio dei contagi Covid non calcolando gli asintomatici sono al primo punto di oggi nell’agenda del governo. Le Regioni vanno in pressing, ammettendo una sola eccezione: limitarsi a mantenere soltanto la zona rossa. Una delle considerazioni dei presidenti è che con il nuovo scenario non ci siano sostanziali differenze tra zona bianca, gialla e arancione. E allora, queste e altre questioni tecniche e declinazioni sul tema, sono state discusse nel corso di un incontro con i tecnici del ministero della Salute. Un vertice esteso anche agli esperti, a cui hanno partecipato il direttore generale della Prevenzione Giovanni Rezza. Il presidente del Consiglio superiore di sanità. Franco Locatelli. E il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro.

Zone a colori, le richieste delle Regioni. L’esecutivo possibilista: si rinvia a un prossimo incontro

A quanto trapela, dunque, sembra che un confronto sia in programma anche per la prossima settimana. Ma tra le Regioni c’è chi spinge per arrivare prima a un cambiamento. Come, non a caso, il presidente della Valle D’Aosta. Il quale ha sottolineato come il passaggio alla zona rossa sarebbe inaccettabile e molto grave per la stagione sciistica. Un’istanza che, a quanto si apprende, il governatore avrebbe presentato proprio al presidente della Conferenza, Massimiliano Fedriga, chiamato a tentare una mediazione con il governo per evitare l’imminente passaggio in zona rossa. Un caso aperto che, a quanto apprende l’Adnkronos Salute, su cui ci sarebbe la disponibilità delle parti a un confronto. Da qui, l’eventuale aggiornamento della prossima settimana, con tanto di documento riassuntivo delle proposte definitive su cui poi lavorare.

I parametri che determinano i colori delle Regioni

A oggi esistono quattro fasce di rischio, legate a quattro colori: zona bianca, gialla, arancione e rossa. Per passare da una zona all’altra si calcolano tre parametri: l’incidenza dei nuovi contagi su 100mila abitanti. L’occupazione delle terapie intensive. E l’occupazione in area medica. Secondo i parametri attuali si resta in zona bianca se si registrano meno di 50 contagi settimanali ogni 100mila abitanti. In caso di contagi settimanali tra 50 e 150, ogni 100mila abitanti, per restare in zona bianca è necessario che il tasso di occupazione delle terapie intensive non superi il 10%. O che il tasso di occupazione dei reparti ospedalieri non superi il 15%. Se i due parametri sono entrambi al di sopra si passa in fascia gialla.

Quando scatta la fascia gialla e quando il passaggio in arancione

Che scatta anche se i casi settimanali superano i 150 ogni 100mila abitanti. Ma il tasso di occupazione delle rianimazioni non supera il 20%, oppure quello dei reparti ordinari non supera il 30%. Scatta l’arancione se entrambi i parametri sono superati. La zona rossa, invece, è attivata nei territori dove l’incidenza settimanale dei contagi è pari o superiore a 150 casi ogni 100mila. E si verificano entrambe queste condizioni: il tasso di occupazione dei posti letto in area medica supera il 40% e quello in terapia intensiva supera il 30%.

Poche differenze tra bianco e giallo e il discrimine dell’obbligo di mascherina all’aperto

Infine: con le nuove misure imposte dal governo e valide fino al 31 gennaio 2022 tra zona bianca e gialla ci sono poche differenze. Una delle principali differenze tra queste due zone fino a ora era l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto. Con l’ultimo decreto del governo è stato stabilito di estendere questa misura. Infatti, l’uso della mascherina è stato “rinforzato” in tutta Italia, visto che per accedere a mezzi pubblici. Treni. Aerei. Cinema. Teatri, è necessario indossare la Ffp2. E questo fino al termine dello stato di emergenza, che al momento è fissato al 31 marzo.

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